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Vittoria, tunisino ucciso a sprangate per una frase a una ragazza in discoteca: tre rumeni fermati, due sono minorenni

La discoteca La dolce vita di Vittoria

È finita nel sangue una festa di Capodanno organizzata nella discoteca La Dolce Vita, a Vittoria, grosso centro agricolo della provincia di Ragusa. Un giovane di origine nordafricana, probabilmente tunisino, è stato ucciso, all’alba, da un gruppo di romeni. Sarebbe stato colpito con delle spranghe e poi con un coltello a serramanico. Il corpo è stato ritrovato dai carabinieri, avvertiti da alcuni testimoni, all’ingresso del locale, abituale luogo di ritrovo dei tanti migranti che vivono e lavorano nelle serre tra Vittoria e Acate.

Al pub si erano dati appuntamento per il tradizionale veglione di fine anno un gruppo di extracomunitari. La festa è andata avanti per tutta la notte e alle prime luci dell’alba molti erano già andati via. Dietro all’omicidio ci sarebbero state le attenzioni rivolte dal giovane a una ragazza romena. Frasi che avrebbero scatenato l'ira di un gruppo di connazionali: almeno tre lo avrebbero atteso all’uscita dal locale e lo avrebbero lasciato a terra, privo di vita. L'allarme è stato lanciato da alcuni partecipanti alla festa. Quando i carabinieri e i sanitari sono arrivati l’uomo era già morto.

Non aveva documenti con sé. I carabinieri hanno lavorato tutto il giorno per identificarlo e in serata continuavano a seguire una traccia. La vittima è Slimane Marouene, un tunisino di 30 anni. I militari, che conducono le indagini, hanno fermato tre rumeni: sono due minorenni e un maggiorenne (che ha compiuto 18 anni solo da qualche mese). Li hanno sottoposti a lungo interrogatorio e stanno vagliando la loro posizione. Presto potrebbero esserci ulteriori sviluppi nelle indagini. In caserma sono stati sentiti anche alcuni dei presenti alla festa di fine anno. Dalle testimonianze e dai racconti potrebbero emergere particolari utili. I carabinieri del nucleo operativo di Vittoria e dal nucleo investigativo di Ragusa, coordinati dal colonnello Giovanni Palatini e dal capitano Raffaele Salustro, stanno anche esaminando le telecamere di videosorveglianza del locale e della zona. Le armi del delitto sarebbero state trovate. Le indagini sono guidate dal procuratore di Ragusa Fabio D’Anna e dal sostituto procuratore Silvia Giarrizzo, che si è anche recata sul luogo del delitto.

La Dolce Vita è di proprietà di un imprenditore vittoriese, ma all’interno lavorano alcuni romeni. Altre volte, in passato, si sono registrati episodi di violenza.
«Ancora un fatto di sangue, di estrema gravità, consumato nel nostro territorio. - ha commentato il sindaco di Vittoria Francesco Aiello -. Il tasso di violenza continua a salire con una escalation di episodi impressionanti. Il presidio del territorio appare lontano dalle problematiche con cui ci misuriamo. Pochi uomini e pochi mezzi. Mi rivolgo ancora una volta alle istituzioni competenti. Occorre potenziare in via di eccezionalità anche la dotazione organica della polizia locale. Il territorio e i problemi sono troppo vasti: bisogna prenderne atto e assicurare i rimedi adeguati. E introdurre la pratica del Daspo urbano in misura adeguata ai problemi che viviamo».

 

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