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Ragusa si prepara all'addio al fotografo Giuseppe Leone: lutto cittadino, funerali in cattedrale

L'ultimo saluto domani, venerdì 19 aprile. Il corteo partirà alle 15.30 dallo studio di corso Vittorio Veneto

Muri a secco (foto di Giuseppe Leone, 1980)

«Papà, ogni tua fotografia è un dipinto, un'emozione, un racconto, un'opera d'arte! Voglio ricordarti così». Nicola, figlio del fotografo Giuseppe Leone, condivide sui social un'immagine del padre mentre lavora su uno dei suoi scatti. Parole di commozione, ma anche di grande orgoglio nei confronti dell'attività di colui che tutti chiamano «maestro». La sua morte ha profondamente colpito tutta Ragusa e il sindaco Giuseppe Cassì ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali.

L'ultimo saluto al fotografo che evava raccontato la Sicilia dagli anni Cinquanta in poi, si terrà domani, venerdì 19 aprile. Il corteo partirà alle 15.30 dalla Photogallery di corso Vittorio Veneto, 131. La cerimonia sarà invece celebrata nella Cattedrale di San Giovanni Battista, dove in migliaia si stringeranno attorno alla famiglia a cui sono già rivolti tantissimi messagi di cordoglio. Con i suoi scatti in bianco e nero aveva immortalato l'Isola in tutte le sue sfumature, ritraendo il mondo contadino, i paesaggi e i costumi di ogni epoca. «Peppino» Leone, come tutti ormai lo chiamavano, non si era mai fermato.

La sua passione e l'amore per la fotografia lo avevano sempre spinto ad andare avanti, non stancandosi mai di raccontare la sua terra. Nel frattempo aveva pubblicato più di cinquanta volumi, lasciando una vera e propria eredità artistica e, soltanto due giorni fa, era stata inaugurata la sua ennesima mostra a Palazzo Zacco.

Tra i messaggi più recenti anche quello del fotoreporter Tony Gentile: «Caro Maestro, caro Peppino, nonostante il dolore per la tua perdita sia grandissimo voglio ricordarti con il sorriso con il quale mi accoglievi sempre, ogni volta che venivo a trovarti nel tuo meraviglioso studio. Tante cose ci siamo detti nelle lunghe telefonate che di tanto in tanto ci facevamo lamentandoci vicendevolmente di tutto ma che finivano sempre con una grande risata e la promessa di un incontro. Ho amato il tuo lavoro, la tua dedizione, la tua precisione maniacale per l'archiviazione e per la stampa. In una sola parola ho amato e sanamente invidiato la tua passione per la fotografia. Ci mancherai tantissimo».

In alto Muri a secco (foto di Giuseppe Leone, 1980)

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