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Comiso, «con la pistola alla stazione dei bus»: tre fermati

Dentro un cestino per i rifiuti trovato un «revolver» giocattolo privo del tappo rosso

COMISO. Un ragazzo armato di pistola nei pressi della stazione degli autobus. Una telefonata anonima, nel pomeriggio di mercoledì, segnalava la presenza di un giovane che aveva una pistola in mano. Era stato visto aggirarsi nella zona di piazza Maiorana, dove si trova la fermata dei bus che portano i ragazzi che frequentano l'Istituto d'Arte verso le città di provenienza e dove si fermano i mezzi che trasportano i ragazzi che frequentano la scuola a Vittoria, Modica, o Ragusa. Con lui c'erano altri due ragazzi. La segnalazione parlava di un ragazzo con pantaloni blu e maglietta nera e di un altro con i capelli rasati, il codino, anch'egli vestito di scuro. La Volante si è recata sul posto ed ha subito individuato un gruppo di tre ragazzi, di cui due corrispondevano alla descrizione. Costoro, alla vista degli agenti, si sono diretti verso un cestino dei rifiuti, poi si sono seduti su delle panchine nei pressi dei bagni pubblici. I poliziotti si sono avvicinati ed hanno chiesto cosa facessero e perché si trovassero lì.

Hanno avuto delle risposte vaghe e incomplete. Uno degli agenti si è diretto verso il cestino dei rifiuti dietro il bagno e, frugando, ha trovato una pistola in metallo di colore acciaio K Mod. 92 auto calibro 8mm, esattamente eguale alle armi in dotazione della Polizia. Un controllo successivo ha permesso di appurare che, anche se si trattava di un'arma giocattolo, in realtà era stata modificata ed era perfettamente funzionante, con la pericolosità di un'arma vera e propria. Ovviamente, era priva del tappo rosso prescritto per rendere identificabili le armi giocattolo (anche se questa, di fatto, non lo era più). I poliziotti hanno chiesto i documenti ai tre giovani e li hanno identificati. Poi li hanno condotti in caserma e li hanno arrestati. Pietro Ingrao, 18 anni, siracusano residente a Comiso, Nunzio Emanuele Incardona, 19 anni, vittoriese, anch'egli residente a Comiso, sono stati ammessi agli arresti domiciliari perché incensurati. Più difficile la posizione di Marian Lucian Codreanu, rumeno, che vive in Italia e risiede a Comiso. Codreanu ha già dei precedenti e attualmente è sottoposto ad un provvedimento di obbligo di firma. Per questo, gli agenti lo hanno condotto nel carcere di Ragusa. Dell'accaduto è stato informato il magistrato di turno, che dovrà ora decidere se convalidare l'arresto ed i provvedimenti successivi.

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