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La casa incendiata a Vittoria, migliorano le condizioni dei due sopravvissuti

Omaima Zaouali, 19 anni e il padre Kamel di 57 stanno meglio. Nel rogo sono morte la madre Mariem Sassi, di 55, e la figlia maggiore Sameh, di 34. Ad appiccare le fiamme il loro congiunto Wajdi Zaouali

Migliorano le condizioni di Omaima Zaouali, 19 anni e del padre Kamel, 57, i due sopravvissuti alla strage del 13 giugno scorso, quando il loro congiunto Wajdi Zaouali, 29 anni, appiccò il fuoco alla casa dove abitava con la famiglia, gettando del liquido infiammabile. Nel rogo sono morte la madre Mariem Sassi, di 55 anni e la figlia maggiore Sameh, di 34 anni. Le due donne sono decedute a poche ore di distanza l’una dall’altra, la prima nella stessa mattina, la seconda 15 ore dopo l’incendio. Omaima Zaouali, che ha ustioni di secondo e terzo grado nel 50 per cento del corpo, si trova nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Le condizioni sono migliorate, ma non è ancora fuori pericolo.

Anche il padre Kamel, con ustioni nel 41 per cento del corpo, è leggermente migliorato. Domani sera alle 20 la comunità islamica si ritroverà in piazza del Popolo per una manifestazione di solidarietà, ma anche per chiedere il «diritto alla protezione». Le organizzatrici, Marwa Sayadi e Sharon Pisani hanno invitato a partecipare il sindaco, la giunta e tutti i consiglieri comunali. Il leitmotiv della manifestazione sarà «sensibilizzare le istituzioni e le autorità competenti ad intervenire in maniera celere, e a tutelare il diritto di protezione, quando vi sono questi casi e a non lasciare da sole le famiglie».

I partecipanti, se lo vorranno, potranno indossare magliette bianche o rosse. Il funerale delle due donne dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni a cura della moschea della comunità Al Zaytouna di Vittoria. Nel comune del ragusano si trova in questo momento una terza sorella, l’unica scampata al rogo, che era a Torino per gli studi universitari di giurisprudenza. La giovane è ospite da alcune famiglie di amici. Wajdi Zaouali si trova nel carcere di Ragusa, in isolamento. Dovrà rispondere di omicidio, aggravato dai vincoli familiari e da futili motivi, tentato omicidio, incendio doloso. L’avvocato, Giovanni Ascone, ha chiesto per lui la detenzione in un carcere o in una struttura dotata di reparto psichiatrico. Il giovane infatti era stato in cura al Dipartimento di salute mentale.

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