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La casa incendiata a Vittoria: Wajdi è in cella d'isolamento, il padre e la sorella restano gravi

Si trova nel carcere di Ragusa il trentenne che ha dato fuoco all'abitazione: nel rogo sono morte la madre e una delle sorelle

Mariam Sassi e Sameh Zaouali, madre e figlia, morte nell'incendio della loro casa, a Vittoria

Si trova rinchiuso nel carcere di Ragusa, in isolamento e continuamente vigilato, Wajdi Zaouali, il trentenne vittoriese che ha deciso di sterminare la sua famiglia, appiccando il fuoco nella casa dove vivevano i genitori e due delle tre sorelle. Nel cuore della notte le fiamme non hanno lasciato scampo ai familiari. La madre, Mariam Sassi, di 55 anni, e una delle sorelle, Sameh Zaouali, sono morte. Il padre, Kamel Zaouali, e la sorella minore, Omaima, che avrebbe dovuto sostenere tra qualche giorno l’esame di maturità al liceo linguistico Mazzini di Vittoria, lottano ancora tra la vita e la morte, il primo all’ospedale Civico di Palermo e la ragazza al Cannizzaro di Catania.

Da giovedì sera, è arrivata a Vittoria l’unica sorella scampata alla strage, che sta studiando al terzo anno di Giurisprudenza a Torino. La giovane è ospite di amici della famiglia. Intanto, all’interno della scuola frequentata da Omaima, è partita l’iniziativa di una raccolta fondi per sostenere la giovane compagna di classe e la sua famiglia. Promotori anche gli studenti di Radio Camurrìa, altra iniziativa nata all’interno dell’istituto vittoriese. L’iniziativa si è già allargata a macchia d’olio, coinvolgendo i ragazzi della Consulta scolastica provinciale, con il presidente Giovanni Donato Busacca, ed è già arrivata in altre scuole, anche in altre città.

«Stiamo sostenendo l’iniziativa dei ragazzi - spiega la preside Emma Barrera – per sostenere Omaima, la sorella che studia a Torino e tutta la famiglia. Anche i docenti e i genitori sono sconvolti e partecipi. Omaima è una ragazza speciale, piena di interessi, con una grande vivacità culturale. Ama il canto e fa parte dell’orchestra della scuola, ama il disegno e altre espressioni artistiche. Conoscevo anche la sorella maggiore Sameh, che seguiva il percorso scolastico della sorella più piccola. Tra qualche giorno i ragazzi sosterranno le prove di esame senza Omaima, ma tutti con il cuore speriamo che lei possa sostenere l’esame in una sessione suppletiva. Dalla Consulta giovanile studentesca è partito un messaggio circolare che è stato inviato a tanti». «La Consulta – scrive il presidente Busacca – si unisce al dolore della studentessa Omaima Zaouali per la tragedia che ha colpito la sua famiglia. Tutta la comunità scolastica si propone di aderire alla raccolta fondi avviata in sostegno della famiglia». Il Comune di Vittoria e i servizi sociali stanno fornendo il supporto necessario per questi difficili momenti.

Tutta la città vive con profonda partecipazione la tragedia che ha colpito la famiglia Zaouali. Molti conoscevano Wajdi. Il ragazzo era conosciuto dal Dipartimento di salute mentale, aveva spesso dato dei problemi e nella famiglia si viveva spesso un clima di violenza e di minacce. «Era un ragazzo normale, poi qualcosa è accaduto – raccontano i vicini –. Sappiamo che è stato per qualche tempo in Germania. Quando è ritornato non stava più bene». I vicini di casa sono stati i primi soccorritori. Il fratello aveva gettato dappertutto del liquido infiammabile e i corpi bruciavano. Alcuni giovani tunisini si sono lanciati dentro la casa in fiamme per tirare fuori Kamel e Mariam. Le due ragazze, invece, erano riuscite a fuggire e a lanciarsi nella piazzetta. I vicini di casa hanno spento le fiamme con delle coperte.

Nella foto le due vittime, Mariam Sassi e Sameh Zaouali

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