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La casa incendiata a Vittoria: Wajdi fa qualche ammissione, convalidato il fermo del giovane tunisino

La difesa aveva chiesto una misura meno afflittiva del carcere. Nel rogo sono morte la madre e una sorella

Wajdi Zaouali resta in carcere. Il giudice per le indagini preliminari di Ragusa, Vincenzo Ignaccolo, ha convalidato il fermo del ventinovenne di Vittoria, di origini tunisine, accusato di aver ucciso la madre Mariam Sassi, 55 anni, e la sorella Sameh Zaouali (foto sotto), di 34 anni. L’uomo avrebbe appiccato il fuoco nella casa di famiglia, in piazza Unità, dopo aver cosparso di liquido infiammabile gli ambienti.

Nell’udienza di stamattina, alla presenza del pm Martina Dall’Amico e del difensore Giovanni Ascone, Wajdi ha fatto delle ammissioni e ha risposto alle domande del magistrato. Ascone aveva chiesto una misura meno afflittiva e, in subordine, il collocamento in una struttura sanitaria in condizioni di sicurezza o la detenzione in un carcere dotato di sezione psichiatrica. Il giovane infatti era stato in cura al Dipartimento di salute mentale.

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