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Maersk, il compleanno speciale del medico di Pozzallo: in 30 anni ha soccorso 150mila migranti

Il medico marittimo Vincenzo Morello

Trent'anni di attività duranti i quali ha soccorso oltre 150 mila migranti. Per Vincenzo Morello, medico marittimo di Pozzallo, con passati di abritro di calcio di un certo livello, è stato anche un compleanno speciale. "A 60 anni le promesse si mantengono. Proprio oggi che è il mio compleanno non potevo tradire questo patto che avevo fatto sabato mattina con quella bambina che piangeva disperata perché voleva il suo fratellino".

Il medico ha festeggiato i suoi 60 anni a bordo della Alexander Maersk, la nave portacontainer danese approdata la notte scorsa nel porto di Pozzallo con 108
migranti dopo essere rimasta per quattro giorni in rada in attesa dell'ok del Viminale.

"Allo scoccare della mezzanotte - dice il medico - ero sulla nave a controllare lo stato di salute delle persone che da venerdì aspettavano di essere sbarcate. Sono salito per la seconda volta sull'Alexander Maersk, dopo che sabato mattina avevo evacuato d'urgenza una bimba sudanese di 8 anni, ricoverata in ospedale per una grave forma di gastroenterite, accompagnata dalla mamma e dalla sorellina più piccola, Shumus". Era stata proprio quest'ultima a rivolgersi in lacrime al medico, chiedendo notizie di Lemir, il fratellino di quattro anni rimasto a bordo della nave con il papà.

E la notte scorsa Vincenzo Morello è sceso dalla portacontainer danese tenendo in braccio il piccolo. Poi, ultimate le operazioni di sbarco, ha accompagnato il bambino e il papà nell'hotspot dove finalmente la famiglia si è ricongiunta per la gioia di Shumus e Lenir, che si sono stretti in un lungo abbraccio. "Da sabato scorso avevo il pensiero fisso per questa famiglia che era stata divisa, perché avevamo l'ordine di evacuare solo chi stava male - spiega il medico marittimo -. Nella mente mi erano rimasti impressi gli occhi vispi di Lemir, che aveva deciso di restare col padre. Così, quando è arrivato il via libera del ministero dell'Interno di far attraccare la nave ho tirato un sospiro di sollievo. E ho pensato: il buon Dio mi fa un regalo di compleanno davvero speciale, riunire questa famiglia e mantenere la promessa fatta alla piccola Shumus. Una storia che un giorno potrò raccontare ai miei nipoti".

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