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Blitz antidroga a Ragusa: «Mille euro di cocaina pagati con un assegno»

Nelle intercettazioni raccolte dai carabinieri le parole in codice degli indagati: «scarpe», «giubbotti» e «pane» per indicare le dosi

RAGUSA. Tra gli acquirenti degli spacciatori finiti in cella tra Santa Croce e Ragusa anche minorenni. L’operazione condotta dai carabinieri non è stata semplice. I pusher hanno tentato di disturbare le intercettazioni telefoniche ed ambientali parlando in codice, chiamando la cocaina così come le altre droghe spacciate con nomi criptici, ovvero «scarpe», «giubbotti», «scioppa», «macchine» o «pane».

L’indagine ha preso le mosse il 27 gennaio con l’arresto dei tunisini Habib Slama, 47 anni, e di due fratelli, Jamel Aboukaber, 21, Alaa Aboukaber, 23. Furono fermati con tre chilogrammi di hashish, divisi in panetti da 100 grammi. La droga era destinata alla piazza di Pachino. Nel corso delle indagini è emerso che il gruppo spacciava hashish, mentre sei degli indagati, ovvero Bezdhili, Karoui, Di Martino, i due Sedda e Piazza, sono accusati anche di cessione di Mdma-ecstasy e cocaina.

Nelle intercettazioni si parla anche di un assegno postdatato che Davide Sedda - secondo l’accusa - avrebbe dato ad un albanese per una partita di droga. «Avete cambiato l’assegno di mille euro - dice Di Martino all’interlocutrice - Davide si è comprato mille euro di cocaina ed ha pagato con un assegno di Leonardo. Ma perchè lo aveva lui l’assegno? Perchè era postdatato e io gli ho detto adesso ce lo facciamo cambiare da un amico, magari a 900 euro e facciamo a metà. Ma poi gli ho detto l’assegno me lo prendo tutto io perchè l’ultima a volta a Catania la «scioppa» l’ho pagata solo io. Ed invece l’assegno è finito in mani all’albanese».

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