AGRIGENTO. «In cella non mi manca nulla di materiale, ma le persone a me più care. Non vorrei trovarmi qui, perchè amare i propri figli e il proprio marito non è reato. Hanno arrestato un'innocente! Questa purtroppo è la giustizia italiana». Veronica Panarello, arrestata per l'uccisione del figlio Loris di otto anni, dal carcere di Agrigento scrive una lettera al padre Francesco.
Il testo integrale della missiva sarà reso noto questa sera in esclusiva a «Quarto Grado», la trasmissione in onda su Retequattro. «Una mamma di un compagno di Lorys di Modica - scrive Veronica - mi ha mandato delle foto di una recita del mio angioletto: il mio cuore ha pianto tante lacrime di sangue. Sapere che non potrò più riabbracciarlo è devastante. In cella ho un'ottima compagnia, il Vangelo, e sono sicura che Dio mi aiuterà ad affrontare le giornate, anche le più dure....».
Veronica Panarello nella sua lettera al padre parla anche del marito, Davide Stival, e del figlio minore: «non ho più le braccia di Davide che mi avvolgevano facendomi sentire al sicuro ma solo le mie, per lottare, e il vostro sostegno. Nei miei sogni vedo la mia adorata famiglia unita e felice, Lorys e Diego che mi chiamano Mamma, quella parola che non sento pronunciare dall'8 dicembre... Ogni volta non vorrei svegliarmi perchè non è più tutto come lo vedo nei sogni. Il dolore è tanto, mi hanno strappato il cuore e me lo hanno restituito tutto pieno di ferite. Non ho ammazzato Lorys ma l'ho amato immensamente». «Se vedi Davide - conclude Veronica - digli che le mie braccia saranno sempre aperte e che vorrei vederlo insieme a Diego. Soffro di non poterli abbracciare».
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