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Santa Croce, si cerca ancora lo zainetto di Loris

A due mesi dall’assassinio manca all’appello la «sacca». Il commissario Siracusano: «Dovrebbe essere leggero e di piccole dimensioni»

SANTA CROCE CAMERINA. A quasi due mesi dall’omicidio, lo zainetto del piccolo Loris Stival, strangolato a Santa Croce il 29 novembre scorso, manca ancora all’appello. Ma durante l’ultima puntata di «Chi l’ha visto» la polizia di Stato si è soffermata sull’argomento. È stato il commissario capo Vinzy Siracusano a spiegare che si tratta di uno «zaino leggero e di piccole dimensioni». Al suo interno, secondo la preside della scuola di Loris, potrebbe trovarsi un volume di Olmo Bla Bla, libro di testo di discipline scientifiche, con indicazione blu in basso. Ma la sorte di questo zaino potrebbe essere segnata. Negli attimi successivi alla sparizione del bimbo, per cui si trova in cella dal 9 dicembre la mamma Veronica Panarello, la raccolta dei rifiuti è stata sospesa in tutto il comune di Santa Croce, ma non in quelli limitrofi. «Il ritrovamento dello zaino o anche la descrizione del luogo di un possibile avvistamento – spiega la dirigente Siracusano – potrebbe aiutare molto le indagini, che proseguono a ritmo serrato».

All’interno dello zainetto potrebbero essere finite anche le mutandine, di cui Loris è stato ritrovato privo, e l’arma del delitto, ossia le fascette da elettricista usate per strangolarlo. Intanto l’avvocato Fracesco Villardita, difensore della Panarello, lavora a pieno regime sul caso. Al suo fianco numerosi periti. Tra di loro il professore Nello Balossino, docente e mago dell’elaborazione di immagini alla facoltà di Scienze di Torino per contestare il fermo immagine che secondo la Procura testimonia il rientro a casa del piccolo Loris. Altri due periti sono stati nominati per cercare di dimostrare l’attendibilità della vigilessa che ha dichiarato di avere visto la mamma di Loris vicino alla scuola il giorno del delitto.

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