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Loris, il legale della madre presenta ricorso al tribunale del riesame

Il padre del piccolo invece sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile

SANTA CROCE CAMERINA. Francesco Villardita, avvocato di Veronica Panarello, la madre di Loris Stival, in carcere con l'accusa di aver ucciso il figlio, ha presentato oggi ricorso al tribunale del Riesame contro la misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti della sua assistita.

L’AVVOCATO DEL PADRE DI LORIS. "Quella di costituirsi parte civile è una scelta tecnica che valuteremo assieme io e il mio assistito". Così Daniele Scrofani, avvocato di Davide Stival, padre del piccolo Loris, il bambino morto lo scorso 29 novembre.  "Al momento parlarne è assolutamente prematuro perché siamo nella fase delle indagini e non c'è un imputato. Se e quando si andrà a processo, valuteremo la strada migliore da intraprendere".    Il legale dice inoltre che Stival non avrebbe ricevuto dalla moglie, Veronica Panarello, madre di Loris accusata dell'omicidio del figlio, la lettera in cui la donna affermerebbe "Siamo sposati da ben dieci anni e ancora non mi conosci davvero? Come puoi nutrire dubbi sulla mia colpevolezza nell'omicidio di nostro figlio?".

Veronica Panarello, accusata di avere ucciso il figlio di 8 anni, è stata intanto trasferita dal carcere di Catania a quello di Agrigento. La donna è arrivata nel penitenziario di contrada Petrusa, poco fuori dalla città siciliana, nel pomeriggio del 19 dicembre. Lo ha comunicato il suo legale, Francesco Villardita: “È una decisione dell’amministrazione del dipartimento della polizia penitenziaria – ha detto, non mostrandosi sorpreso della decisione – Capita spesso che i detenuti vengano trasferiti. È una situazione di assoluta normalità. Ne prendiamo atto, tanto il sottoscritto quanto la mia assistita”.

Proprio all’avvocato, la mamma di Loris, che continua a dichiararsi innocente, ha rivelato la sua amarezza dopo i funerali del bambino, ai quali non ha potuto partecipare: “Mio figlio è stato ucciso due volte – ha detto – la prima quando per mano dell’assassino ha smesso di vivere, la seconda quando mi hanno arrestata e messa in carcere come colpevole del suo omicidio”.

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