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«Tuo figlio non è a scuola»: a Ragusa il dibattituto sugli sms di avviso

RAGUSA. Un «tam tam» che parte dei social network e viene farcito da commenti di ogni tipo. È iniziato il dibattito in città in merito all’utilizzo dei messaggini, gli sms per comunicare le assenze o i ritardi dei figli. Una situazione particolarmente complessa: da un lato per l’organizzazione delle scuole, dall’altro per le risorse necessarie. Don Di Noto ha risollevato la questione dei messaggini alle famiglie per il drammatica morte di Loris Stival. «Un sms invuato al suono della campanella - sosteneva il padre dell’associazione Meter - avrebbe potuto salvare la vita di questo bambino?». L’organizzazione e i costi. IN alcune scuole suoperiori il problema degli ingressi a scuola è serio. Alcune classi entrano, autorizzate, in ritardo, per permettere ai pendolari di frequentare la scuola regolarmente.

Insomma, anche volendo, tra chi entra dopo e chi esce prima, si perderebbe comunque del tempo almeno un paio d’ore. E poi la questione economica. Possono le scuole che non hanno risorse nemmeno per comprare la carta, affronate una spesa non da poco per mandare un sms ai genitori? Potrebbero, forse, con la collaborazione dei genitori, se lo vogliono. A caldo, con una tragedia che è appena accaduta, e richieste fioccano nelle segreterie delle scuole. Moltissimi i genitori che vorrebbero essere avvisati. Ma chi paga? A Comiso il collegio docenti ha fatto un conto. Nell’istituto più “numeroso”, 1.200 alunni, attivare un servizio del genere costerebbe circa 10.000 euro l’anno con ritardi e assenze quando per le spese dei costi la scuola ha a disposizione settemila euro.

 

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