Ha attraccato nel porto di Pozzallo, ieri, la Ocean Viking, la nave della Ong Sos Mediterranee. A bordo 549 migranti, messi in salvo in sei differenti operazioni al largo della Libia, portate avanti la scorsa settimana.
La maggior parte dei naufraghi è di sesso maschile (502), mentre 47 sono le donne, di cui 3 in gravidanza, e più di un centinaio i minori, per lo più non accompagnati. Provengono da 21 paesi diversi, tra cui Bangladesh, Egitto, Mali, Marocco ed Eritrea.
Le operazioni di sbarco di migranti si sono concluse, per oggi: 197 sopravvissuti hanno lasciato la nave, tra di loro i minori e le famiglie. A bordo, afferma la ong, ne restano 255: "Dopo una settimana di stallo in mare e due giorni di attesa in porto nel caldo soffocante - afferma Sos Mediterranee in un tweet - hanno tutti urgente bisogno di sbarcare".
Le procedure prevedono un primo screening, per valutare lo stato di salute dei migranti, con eventuale successivo trasferimento all’ospedale. Tamponi di massa, per rilevare la presenza di Covid-19, e in seconda battuta l’identificazione all’hot spot di Pozzallo. Solo in seguito i naufraghi saranno imbarcati sulla nave quarantena Gnv Azzurra, a qualche decina di metri di distanza dalla Ocean Viking.
“Noi abbiamo una consolidata cultura dell’accoglienza - spiega il sindaco della città, Roberto Ammatuna - che subito mette in moto la macchina fatta degli uomini della capitaneria di Porto, dello staff sanitario, della protezione civile e delle organizzazioni sanitarie. Prima dell’arrivo della Ocean Viking si è avuto un briefing presieduto dal prefetto Ranieri, con le forze dell’ordine. È stato uno sbarco impegnativo: più di 500 persone già provate da giorni di permanenza in mare. Tutto però si è svolto nel migliore dei modi possibili, assicurando la sicurezza sanitaria e poi la sicurezza di ordine pubblico”.
In risposta alle dichiarazioni del presidente della Regione che vorrebbe lo stato di emergenza per gli sbarchi, il sindaco Ammatuna dice: “Se il presidente della Regione ponesse più attenzione ai Comuni di frontiera, se si accordasse di più con i suoi sindaci, con i suoi amministratori, farebbe qualcosa di concreto, al posto di sterili dichiarazioni. I Comuni di frontiera poi sono quelli che lavorano, che svolgono questa importante funzione: Pozzallo sta salvando l’onore umanitario della Sicilia. Allora il presidente venga a Pozzallo, venga a Lampedusa. Discutiamo insieme come si può affrontare una vertenza contro lo stato centrale”.
Intanto, in tempi di pandemia, per il sindaco di Pozzallo, a preoccupare la popolazione non è tanto lo sbarco in sé, o l’arrivo dei migranti, ma l’eventuale diffusione del virus. “Dobbiamo garantire che c’è un cordone sanitario rigido che non permette la diffusione tra immigrati e popolazione interessata - dichiara -. A Pozzallo con 500 immigrati nel porto, non c’è un immigrato in giro. Lo sbarco non ha nessun tipo di rifluenza nella città stessa”.
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