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Ragusa, al via la seconda fase di "Bitume": la fabbrica dell'arte riapre al pubblico

L’archeologia industriale riapre le porte del tempo: a Ragusa inizia la seconda fase di Bitume, industrial platforms of arts. A partire da oggi, negli spazi dell’azienda Antonino Ancione, tra i capannoni, le macchine e i container che per decenni hanno visto pulsare uno dei più importanti motori produttivi della Sicilia, sarà possibile osservare le oltre trenta opere realizzate dagli artisti coinvolti nel progetto site-specific nato nel solco di FestiWall, il Festival internazionale di arte pubblica giunto l’anno scorso alla quinta e ultima edizione.

Attraverso lo sguardo e il segno di alcuni fra gli esponenti più rappresentativi del muralismo contemporaneo, il pubblico potrà rileggere le tracce profonde lasciate dalla moltitudine di lavoratori che hanno estratto e trasformato la roccia asfaltica di Contrada Tabuna, il bitume con cui sono state costruite le strade dell’Isola e di tante capitali europee. L’esplorazione degli artisti, che all’interno del sito hanno liberamente dialogato con le architetture, gli ingranaggi e i residui industriali, diventa adesso viaggio collettivo, ricerca di un tassello del Novecento fra stili e linguaggi diversi, tra materia e memoria, pieno e vuoto, evidente e nascosto. Così, la fucina dei minatori ragusani, la fabbrica silente, chiusa dal 2013, custode di mille racconti e fatiche, dopo aver accolto il gesto creativo si apre alla riflessione dei visitatori, riaccendendo il motore della storia, allargando e al tempo stesso focalizzando l’orizzonte e l’obiettivo del progetto: Bitume è soprattutto un’esperienza.

Gli ingressi, gestiti dall’EcoMuseo Carat su un percorso a senso unico, saranno contingentati e organizzati su prenotazione, dal venerdì alla domenica in quattro fasce orarie prestabilite nel rispetto delle vigenti norme di distanziamento dettate dall’emergenza epidemiologica.

All’interno del perimetro industriale hanno lavorato Ampparito, Luca Barcellona, Bosoletti, Ciredz, Demetrio Di Grado, Franco Fasoli, Alex Fakso, Gomez, Greg Jager, Alexey Luka, Ligama, Case Ma’Claim, Martina Merlini, M-City, Moneyless, Ban Pesk, Rabit, Giovanni Robustelli, SatOne, Guido van Helten, Sebas Velasco, Simek, SNK-LAB, Sten & Lex, Dimitris Taxis, Tellas, 2501.

Il progetto gode del sostegno dell’Ars – Assemblea Regionale Siciliana, del Comune di Ragusa, della Fondazione Federico II di Palermo, della Facoltà di Geologia dell’Università di Catania, della Fondazione Cesare Zipelli, della Banca Agricola Popolare di Ragusa, della collaborazione dell’EcoMuseo Carat.

Foto di Marcello Bocchieri

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