Concluse ieri (6 maggio) a Pozzallo poco dopo mezzogiorno le operazioni di sbarco degli ultimi 129 migranti che hanno viaggiato sulla Ocean Viking assieme agli altri 165 scesi dalla nave ong il giorno precedente. Sono stati tutti collocati, dopo i controlli sanitari e le fotosegnalazioni, nei centri dedicati dell’isola e nella nave quarantena Azzurra attraccata al porto pozzallese proprio per accogliere i migranti soccorsi in mare, in tutto 294, dall’unità umanitaria in quattro distinti operazioni tra il 24 ed il 27 aprile scorsi in acque internazionali al largo della costa libica.
Drammatici i loro racconti. «A un giovane uomo, di 16 anni, hanno rotto, devastato un dito in un centro di detenzione in Libia; gli è stata strappata l’unghia», racconta all'Agi Claire Juchat, communication officer a bordo di Ocean Viking. Sono vere storie dell’orrore viste dai migranti che sbarcati dalla nave giunta a Pozzallo. «Una donna - prosegue - ha lasciato il suo paese da sola, quando aveva 17 anni. Per sfuggire al matrimonio è stata tre anni in Libia, ai lavori forzati, ed è stata venduta a due uomini, abusata e costretta a subire qualunque cosa per poi finire in centro di detenzione fino a quando non ha affrontato il viaggio in mare».
Mancano all’appello 12 persone. Sono cadute in acqua dalle imbarcazioni soccorse dall’equipaggio di Ocean Viking. Tra coloro che sono sbarcati giovedì e ieri dalla nave vi sono i loro parenti e alcuni di loro sono minori.
Nelle voto lo sbarco dei migranti dalla Ocean Viking.
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