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Moustapha Cissé, dai centri di accoglienza alla serie A: una favola che inizia a Pozzallo

La favola di Moustapha Cissé potrebbe essere solo all'inizio. Pochi giorni fa tutta Italia ha visto le immagini del giovane guineano portato sulle spalle in trionfo da Merih Demiral e Matteo Pessina dopo aver segnato al Dall'Ara il gol vittoria dell'Atalanta contro il Bologna.

Fino a un mese fa giocava in Seconda Categoria, fino a 3 anni fa per strada, poi la sua corsa più dura per raggiungere un barcone che lo portasse in Italia e magari verso un futuro migliore. Pozzallo è stata la sua prima tappa italiana, come ricorda il sindaco del comune ragusano Roberto Ammatuna: «La favola italiana di Cissé nasce a Pozzallo», ha scritto su Facebook. «È questa la vicenda umana di un ragazzo che ha già visto e superato tante difficoltà: il distacco dal luogo in cui era nato e dai suoi affetti, la fuga dall’Africa alla ricerca di una vita migliore ed ora il successo nella serie A del calcio italiano in cui si avvia a diventare uno dei protagonisti».

Moustapha Cissé ha compiuto diciotto anni lo scorso 14 settembre. In poche settimane è passato dai centri d'accoglienza e dalle case famiglia nel Salento alla Bergamo del pallone, e adesso sogna anche qualcosa di più dopo le difficoltà di organico che l'Atalanta sta attraversando in particolare nel reparto offensivo.

Gasperini non ha esitato a gettarlo nella mischia contro il Bologna, come con Amad Diallo, poi venduto a peso d'oro al Manchester United il 27 ottobre di tre anni fa, altro esordiente a segnare, allora nel 7-1 casalingo all'Udinese, e Musa Barrow ancora prima.

Dopo l'arrivo e l'accoglienza a Pozzallo, Cissé è stato accolto a Carmiano, in provincia di Lecce, dove ha cominciato a «divertirsi», giocando qualche amichevole nella squadra di rifugiati «Rinascita Refugees» del progetto Sai, il cui slogan è «Diamo un calcio al razzismo». La squadra è infatti composta esclusivamente da ragazzi richiedenti asilo. Sono bastate poche partite prima che i talent scout dell'Atalanta fossero invitati a vedere il fenomeno con i loro occhi dal consulente legale Roberto Nitto, che lo ha scoperto.

«Mi ha detto che l'emozione lo ha tradito un po' prima di entrare in campo - commenta Nitto - e poi l'ha accompagnato durante la partita. Ma è riuscito a mantenere la calma e l'equilibrio».
Nitto, dopo aver visto giocare Cissé durante un'amichevole, non ha avuto dubbi e ha segnalato il giovane calciatore ai suoi contatti con l'Atalanta. «Hanno mandato tutto l'entourage a Carmiano - ricorda - e lo hanno scelto immediatamente». Nitto in lui aveva notato subito «rapidità di pensiero e doti atletiche fuori dal normale: utilizza i due piedi come fossero uno solo, è un talento naturale. E poi è un gran lavoratore».

E chissà che Gasperini non abbia già pensato di mandarlo in campo anche domenica 3 aprile per il match casalingo contro il Napoli, squadra a cui Cissé ha già segnato nell'ultima gara disputata con la Primavera.

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