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Da terreni abbandonati ad orti coltivati, i detenuti del carcere di Ragusa diventano contadini

Foto d'archivio

Dove appena qualche mese fa c'erano soltanto piccoli appezzamenti di terreni incolti, oggi crescono rigogliosi orti coltivati secondo la tecnica dell'agricoltura rigenerativa, dando lavoro continuo a due detenuti ma soprattutto insegnando loro a prendersi cura della terra e dei suoi frutti, iniziando un percorso rieducativo che potrà favorirli nel ritorno in società.

É il progetto "Libere Tenerezze, Laudato Sì", nato per gioco grazie ai clown dottori di "Ci ridiamo su".

Adesso la direzione del carcere di Ragusa l'ha inserito nella programmazione d'istituto per fornire lavoro e competenze in campo agricolo ai detenuti coinvolti. Sono nati degli orti rigenerativi secondo tecniche di biodinamica lungo tutti i terreni che si trovano nel perimetro del carcere.

Adesso da quell'idea iniziale è nato un progetto strutturato che ha già trovato l'interesse del Vaticano.

"É il primo orto umoristico-rigenerativo - spiega Fabio Ferrito, clown dottore e presidente di Ci Ridiamo Sù - che nasce in un carcere della Sicilia, umoristico perché le competenze di noi operatori di comicoterapia si approcciano con una nuova modalità basata sullo scambio, ed è rigenerativo perché ci sono tecniche di coltivazione molto specifiche - quali quelle di rigenerare il suolo, gli ecosistemi e la biodiversità, le relazioni tra gli esseri viventi, i saperi - che vengono utilizzate con la consulenza di esperti in materia. Si punta così a far acquisire ai detenuti delle nuove abilità che potranno spendere in futuro".

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