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Vittoria, bagarre nel Consiglio comunale per il voto sulla presidenza

L'aula consiliare del Comune di Vittoria

Piena bagarre nel Consiglio comunale di Vittoria. La maggioranza che sostiene il sindaco Francesco Aiello si è spaccata, consentendo l’elezione alla presidenza di Alfredo Vinciguerra, esponente della minoranza di destra. Vinciguerra era stato eletto con 8 voti, uno in più di Concetta Fiore. La maggioranza si era divisa tra la stessa Fiore e Salvatore Avola del Pd.

Durante lo spoglio per l’elezione del vicepresidente Rosetta Noto, ci si è accorti che alcuni consiglieri avevano espresso il loro voto sul retro della scheda. La maggioranza ha chiesto di ricontare le schede dell’elezione del presidente ed è emerso che alcune schede, considerate bianche, portavano in realtà il voto per Fiore espresso sul retro. La maggioranza ha chiesto di annullare la delibera e proclamare eletta Concetta Fiore, la destra chiedeva di rivotare. La seduta si è chiusa nella bagarre, mentre il sindaco Aiello accusava i consiglieri di minoranza di avere «rubato i voti dei cittadini». Vinciguerra ha dichiarato la volontà di sospendersi dalla carica fino a chiarimenti.

La coalizione di destra ieri in una conferenza ha confermato il sostegno a Vinciguerra. «Il consiglio ha eletto presidente Vinciguerra – ha detto Salvo Sallemi, di Fratelli d’Italia –, se non si ritiene legittima la delibera si potrà fare ricorso al Tar. Ma non accettiamo gli insulti e la violenza verbale». Pippo Scuderi ha aggiunto: «Le schede sono state ricontate un’ora e mezza dopo. Nel frattempo sono rimaste incustodite».

«In questa seduta un professore di diritto amministrativo si sarebbe suicidato», aggiunge Valeria Zorzi. Rosetta Noto, eletta vicepresidente, esprime il parere della maggioranza. «Il presidente è Concetta Fiore. Il consiglio avrebbe dovuto tener conto dell’errore e deliberare la sua elezione. Quelle schede votate sul retro sono state considerate legittime per l’elezione del vicepresidente, non per il presidente. Due decisioni contrastanti. È un’aberrazione».

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