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Comunali rinviate in Sicilia, i 4 candidati sindaco di Vittoria: "Scelta che si poteva evitare"

Rassegnazione e sfinimento: i quattro candidati alla carica di sindaco di Vittoria, comune sciolto per mafia già alle prese con tre rinvii delle elezioni e una campagna elettorale da record, accolgono cosi la proposta di un nuovo rinvio arrivata dal governo regionale.

I quattro candidati sono: Francesco Aiello, (sostenuto da Pd, Città Attiva, Cento passi, Psi, Italia in Comune, Progetto impresa, Progetto Vittoria, Articolo Uno, Il cittadino); Salvatore Di Falco ( Lista civica Di Falco sindaco, InMovimento-equità territoriale, Vittoria Unita); Piero Gurrieri (Movimento 5 Stelle) e Salvatore Sallemi (sostenuto da Fratelli d’Italia, Diventerà bellissima, Lega/Movimento politico Sviluppo ibleo, Vox Italia).

«Me lo aspettavo - dice Aiello - l’attenzione ai bisogni della città e alla problematica relativa all’applicazione della legge sullo scioglimento dei comuni si è allentata, come se lo scioglimento fosse una dannazione che si può trattare anche con i piedi. E'chiaro che dopo il vulnus del 4 ottobre c'è stato un susseguirsi di irregolarità che possiamo documentare. Hanno votato tutti, compreso Tremestieri il 15 marzo. In atto, fino a ieri il decreto assessoriale per il voto a Vittoria portava la data del 2 maggio. Lo hanno sospeso facendo decorrere i tempi di presentazione atti e documenti. Ancora una volta una inedita decisione che viene attuata telefonicamente senza comunicare nulla alle comunità agli interessati. Nulla. In materia elettorale, la Regione ha competenza primaria, può accettare o non accettare la norma nazionale. Il 4 ottobre non abbiamo votato -conclude Aiello - non per dialettica ma per errore dimenticando chela legge impone di ripristinare la democrazia: qui si proroga tutto, compresi i commissari, scaduti il 22 agosto del 2020. Il danno collaterale è che si sta distorcendo la legislazione nazionale antimafia consentendo di mantenere i comuni in commissariamento anche fuori dai 24 mesi previsti da ordinamento».

«Un rinvio inutile - lo definisce Di Falco -. Spero almeno che la data di differimento sia vicina all’estate anzichè rischiare di andare a votare in autunno magari al centro di una nuova ondata di contagi. Se vogliono salvare la democrazia a Vittoria che dimostrino senso di responsabilità».

Fuori dal coro il commento di Piero Gurrieri: «Non è una novità, ma contenuta in una legge dello Stato, che risale a diverse settimane fa. Lo sappiamo, quindi, da tempo. La Regione si è semplicemente adeguata. Nulla da aggiungere; è accaduto così per le ex provincie, per i comuni, anche per quelli sciolti per mafia...intanto continuiamo a lavorare per il futuro».

Il commento di Salvo Sallemi è: «Era già nell’aria, attendiamo il decreto regionale. E'un rinvio che si poteva evitare; il 2 maggio in concomitanza con aumento vaccinati, a mio parere si poteva votare. Si poteva posticipare di un mese in garanzia dei tempi tecnici - conclude Sallemi - e non ad ottobre. Ogni volta che si allenta la cinghia, si ha un effetto fionda. Dopo l’estate ce la faremo? Arriverà una nuova ondata? O slitteremo a primavera del 2022 con una commissione prefettizia che a quel punto sarà rimasta in carica per 4 anni?»

Non solo la politica, ma anche i conti del Comune rischiano il default. I commissari straordinari prefettizi Filippo Dispenza, Giovanna Termini e Gaetano D’Erba hanno dovuto affrontare un quadro disastroso fin dal loro insediamento. In una condizione che viene ormai definita di «democrazia sospesa», dal momento che la commissione è in carica da luglio del 2018, continuano ad emergere criticità che risalgono nel tempo. L’ultima riguarda l’Amiu, ex azienda che si occupava della raccolta dei rifiuti solidi urbani. «Sull'Amiu abbiamo trovato una situazione critica - spiega Filippo Dispenza -. Debiti previdenziali non pagati risalenti agli esercizi 2001-2003 per 3.572.783,92 euro oltre le spese legali già liquidate. Cioè, su lavoratori assunti l’azienda non aveva versato oneri previdenziali e questo comportamento da parte di un ente pubblico è semplicemente inqualificabile. Abbiamo dovuto ricorrere ad una transazione per rifondere all’Inps quanto dovuto nel corso degli anni».

Nel corso degli anni, una prima anticipazione di cassa a tasso zero, garantita dal Ministero dell’Interno ai Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, per 9.392.900,97 euro che hanno permesso di sostenere e garantire i servizi essenziali. Sono stati poi attivati processi di recupero del gettito tributario locale da parte di tutti quei soggetti, cittadini e imprese, inadempienti con una accelerazione attivata con ingiunzioni dirette, solleciti e diffide per le utenze non censite e un servizio di riscossione coattiva affidato, da aprile 2020, alla Pubbliservizi srl di Roma in esito ad apposita procedura di gara. Un buco nero, quello venuto alla luce, per il quale, commenta ancora Dispenza a nome della commissione, «ci chiediamo come mai non si fosse mai prima intervenuto con sufficiente incisività su quello che è un aspetto cruciale della vita di un ente locale, poichè è ovvio che la mancanza di introiti dai tributi comunali condiziona pesantemente l’erogazione dei servizi ai cittadini».

 

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