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Covid, i commercianti contro le ordinanze regionali: "No zona rossa a Vittoria"

Confesercenti e la Federazione Ottici-Optometristi di Ragusa hanno avviato un’azione legale contro le ordinanze del governatore Nello Musumeci che hanno istituito la «zona rossa» per contrastare i contagi da Covid-19 a Vittoria.

Le due organizzazioni di categoria, insieme a novantadue operatori commerciali hanno presentato un’istanza per segnalare «la presunta illegittimità delle ordinanze di istituzione delle zone rosse da parte della Regione siciliana che, secondo i commercianti «si arroga poteri che non le appartengono, di emettere ordinanze fortemente limitative della libertà personale e della libera iniziativa imprenditoriale e professionale».

L’esposto è stato avviato dagli avvocati Gianfranco Fidone, Rosario Giommaresi e Salvatore Brighina che hanno scritto a Musumeci ed alla Presidenza del Consiglio dei ministri (Dipartimento Protezione civile) per segnalare la situazione, diffidando la Regione a prevedere anche «dei ristori per tutti gli operatori ed i soggetti colpiti da provvedimenti gravemente illegittimi».

A loro parere, il presidente della Regione non è soggetto titolato all’istituzione della zona rossa ed alla adozione di misure contrastanti con la disciplina nazionale. la lettera è stata inviata anche agli assessori regionali alla Salute, alle Attività produttive, all’Economia ed al comune di Vittoria, oltre che al Ministero della Salute, dell’Interno, alla Prefettura di Ragusa ed alla Procura presso la Corte dei Conti. Gli avvocati vittoriesi accusano la Regione di «eccesso di potere per violazione dei principi di adeguatezza, proporzionalità e per disparità di trattamento».

Tra le contestazioni, il fatto che le prime ordinanze emesse da Musumeci consentivano ad operatori commerciali ed artigiani di recarsi sul luogo di lavoro, quindi di mantenere aperte le loro attività (in quanto veniva consentito lo spostamento per ragioni di lavoro), ma nessuno, a meno che non si trattasse di un rivenditore di «beni di prima necessità» avrebbe potuto accogliere un potenziale cliente».

Quindi, secondo i tre avvocati, le tre prime ordinanze sono viziate per «genericità, irrazionalità, illogicità ed arbitrarietà» perché «le disposizioni sono imprecise, contraddittorie e frutto di conclusioni alquanto confuse che ricadono sulla popolazione e sugli operatori commerciali».

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