RAGUSA. Un ulteriore taglio di 2 centesimi al litro con effetti retroattivi dal primo di aprile. Il latte ragusano sarà pagato agli allevatori 37 centesimi e 10 al litro al di sotto dei costi di produzione. Una corsa al ribasso. Secondo le indicazioni dettate dal “borsino” del latte che non tiene conto dei costi delle materie prime e delle spese aziendali. Una “vertenza” che rischia di esplodere sin dentro le stalle. Gli allevatori, oramai esasperati, si sono dati appuntamenti dinanzi agli stabilimenti dell’azienda Parmalat, alla zona industriale di Ragusa, per manifestare il proprio malessere. La gravità della situazione, senza alcun prezzo regionale sottoscritto in Sicilia, rischia di innescare una corsa al ribasso che gli allevatori non sono più in grado di sostenere. «Siamo nel baratro – spiega Mattia Occhipinti, allevatore e figura storica della Coldiretti ragusana -, la mia azienda perde ogni giorno 200 euro per il mancato conferimento del latte ad un prezzo equo. In un mese il deficit aumenta di circa 6 mila euro. Capite bene che tra breve tutto l’indotto salterà in aria senza un contratto equo con tempi di pagamento certe». È l’intero comparto che segna una crisi senza precedenti. La storica cooperativa Ragusa Latte ha una perdita di 5 milioni di euro ma anche i piccoli conferitori non stanno decisamente meglio.