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Camera di Commercio di Ragusa, finisce «l’autonomia»

Solo Messina è rimasta fuori dalla precedente ipotesi. Martedì Unioncamere potrebbe deliberare l’assenso alla definizione delle «aree metropolitane»

RAGUSA. Fumata bianca del Consiglio camerale che sabato mattina ha deliberato l'accorpamento con le Camere di Commercio di Catania e Siracusa in linea con il disegno governativo di smantellare i corpi intermedi per riduzione della spesa pubblica. La delibera è stata approvata all'unanimità dei 21 presenti. Ad oggi i consiglieri insediati sono 27. Manca Sandro Gambuzza per motivi legati ad una presunta “inconferibilità”, era presente ma non alla votazione: probabilmente si insedierà al prossimo consiglio. La Regione a deciderà se sarà un consigliere da revocare con l'obbligatorietà di rifare l'iter o se può sedere tra i banchi del Consiglio camerale. Anche Catania e Siracusa hanno approvato la loro delibera che è stata cambiata alla fine perché è stata tolto l’ente di Messina che non ha voluto accorparsi. Anche perché le città metropolitane secondo quanto dice Confindustria, possono essere sede di Camera di Commercio, ma per ottenere ciò ci vuole anche la delibera di Uniioncamere.

«E martedì - dice il presidente dell'ente camerale ragusano, Giuseppe Giannone - ci sarà una riunione della giunta di Unioncamere. Posso dire che le sedi periferiche di Ragusa e Siracusa continueranno ad esistere anche se la sede centrale sarà Catania. Un'area vasta con circa 200.000 imprese. Alle 114.000 di Catania bisogna aggiungere le 40.400 di Ragusa e le 42.000 di Siracusa. Intanto oggi - dice ancora Giannone - ci sarà un incontro con la deputazione nazionale e regionale e le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali. Parleremo dell'annoso problema del fondo pensioni che con la riduzione del diritto camerale è il vero problema delle Camere di commercio».

 

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