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Ragusa, i sindacati: "Turismo e petrolio possono stare insieme"

Il bilancio del segretario generale affronta anche l’annosa questione della cassa integrazione guadagni: «Una salvezza per tante piccole aziende del territorio ibleo»

RAGUSA. La Uil fa la fotografia dell’economia del territorio ragusano partendo dai numeri della Cassa Integrazione Guadagni. È il segretario generale Giorgio Bandiera a snocciolare numeri ed a fornire riflessioni. «La provincia di Ragusa, a saldo novembre 2014 consuma 183.000 ore di cassa integrazione totali, in deroga, straordinaria e ordinaria, che sono il 6% circa del totale consumato in Sicilia per Industria, servizi, edilizia e commercio. È evidente, quindi, il permanere di un fortissimo stato di crisi delle piccole e piccolissime aziende che dall'inizio dell'anno, pur con scarsità e insufficienza di risorse per la cassa in deroga, hanno tenuto ben saldo, tuttavia, il battente occupazionale. Nel 2014, mensilmente, la cassa integrazione ha contribuito a mantenere in vita centinaia di posti di lavoro in provincia. L'artigianato locale - dice Bandiera - che, assieme alla grande industria di Eni e al manifatturiero della gomma e plastica, da circa 40 anni ha fatto da sfondo all'entrata nel benessere nel nostro territorio, non fa passi avanti, anzi, arretra in modo allarmante. Così pure l'agricoltura e l'edilizia, motrici trainanti della nostra economia fino a pochi anni fa, oggi, invece, in caduta tristemente libera. La grande industria legata alla chimica di Eni, presente a Ragusa con Versalis, ha necessità d'investimenti per consolidare produzioni e occupazione. Ricordiamo che il polietilene di Ragusa, unico stabilimento rimasto in Sicilia dopo la chiusura di Gela e Priolo, è stato ed è ancora indispensabile per lo sviluppo dell'economia italiana».

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