Le cancellature raccontano tutto di lui. Emilio Isgrò, siciliano, nato a Barcellona Pozzo di Gotto, maestro dell’arte contemporanea, ogni volta che la Sicilia chiama corre per contribuire alla sua crescita culturale e civile. Lo fa anche con la mostra che oggi inaugura un nuovo spazio museale a Scicli. E alla vigilia annuncia la volontà di riportare le sue opere in Sicilia. Un progetto che oggi stesso verrà svelato al ministro della Cultura Alessandro Giuli, al presidente della Regione Renato Schifani e al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, durante l’apertura della sua mostra, L’Opera delle formiche, al Macc, il Museo d’arte contemporanea del Carmine di Scicli.
«Sono arrivato all’esposizione di Scicli - racconta Isgrò, che ha 87 anni - per caso, grazie ai miei amici, la giornalista Angelica Fontana e suo marito Gary Davey, managing director di Sky, che qui vivono. Scicli è una città vocata alla cultura, per il suo barocco, per essere stata custodita come un bene prezioso, per la notorietà legata all’immaginario di Camilleri, per la scuola di pittura, ma soprattutto per la voglia di cambiare marcia. E di rappresentare con Gibellina l’ala di una nuova frontiera, al pari di Torino e Napoli, un centro propulsore di nuova conoscenza». L’artista vede in Sicilia un cambio di rotta interessante in un momento in cui tutto sembra più difficile per la libertà d’espressione e per l’arte: «La nostra isola è nata per i momenti difficili e credo che in me si veda un artista con la capacità di combattimento richiesto. C’è molto conformismo nell’arte internazionale, l’ideologia americana è crollata, era già accaduto prima di Trump, lui ha dato solo un’accelerata. Lo scontro tra Europa e Stati Uniti non mi rende felice, dobbiamo giocare bene tutte le carte che abbiamo e fare appello alla saggezza. Uno degli strumenti più potenti che abbiamo è la cultura. L’arte in particolare.
In fondo, per Isgrò il Paese deve fare ciò che ha sempre fatto, rispondere ai cambiamenti trovando forza nel suo sapere. «Pensiamo al Rinascimento, al Romanticismo tedesco. La pop art segna il massimo tonfo dell’arte americana, da 60 anni viviamo in un clima che da Andy Warhol a Jeff Koons è sempre uguale. Propongo alla Regione di lanciare un bando per borse di studio e ospitare artisti americani qui, faccio appello ai bravi imprenditori che esistono, perché questa non è una regione di mafiosi, anche se ha i suoi mafiosi, anche se è stata cattiva maestra, ma tanti altri hanno imparato bene e rapidamente. È in Sicilia che si deve investire, siamo al centro di tutto come un tempo». Un luogo, dove si possono accogliere le menti più libere. «Un rifugio per chi è perseguitato, sia afghano, congolese o americano. A Scicli, abbiamo il progetto di una grande piazza che firmerò con l’architetto Claudio Lucchesi. C’è una generale benevolenza nei miei confronti, spero che si possano creare le giuste condizioni. Da parte mia c’è la volontà che serve, anche perché la cancellatura non è un’invenzione di Isgrò ma della Sicilia e la voglio regalare alla mia terra».
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