COMISO. Il Museo civico di Storia naturale di Comiso è stato riconosciuto «Istituzione scientifica» dal ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. «Il riconoscimento ministeriale - dice il presidente Giovanni Scalambrieri - è il risultato di un iter avviato nel febbraio del 2016 grazie al lavoro appassionato e professionale del suo Conservatore Scientifico Gianni Insacco, dei collaboratori delle collezioni Filippo Spadola, Agatino Reitano e Bruno Zava, nonché dei membri del comitato tecnico scientifico la Salvina Calandra e Fabio Melilli». «La registrazione e il riconoscimento di Istituzione scientifica - aggiunge il sindaco di Comiso, Filippo Spataro - del Museo presso il Segretariato di Ginevra della Convenzione Cites di Washington, costituisce motivo di vanto e di orgoglio per l’indubbia valenza scientifica e culturale in ambito nazionale ed internazionale». Il museo di Comiso presenta oltre 25 mila reperti, di cui più di 15 mila fossili di vertebrati e invertebrati di varie ere geologiche e 10 mila reperti zoologici. I reperti zoologici sono costituiti da circa 2000 animali terrestri e marini naturalizzati, provenienti da tutto il mondo, da diversi preparati osteologici e dalla più importante collezione cetologica del meridione d’Italia. Tra queste specie: il secondo esemplare mediterraneo di Capodoglio nano e lo scheletro di 19 metri della più grande balenottera comune d’Italia, che dev'essere ancora restaurata ed opportunamente esposta in una sala dedicata ai giganti del mare.