RAGUSA. Cinque opere d’arte, anche se enormi e bellissime, non cambiano il volto di Ragusa. Facciate bianche, o peggio ancora ammuffite, ora ospitano testimonianze dell’arte di questi nostri tempi, la street art, mix di originalità, colore, creatività, gusto. E ancora ribellione, proposta, bellezza, genio e narrazione. Le opere di cinque artisti, di fama mondiale, la facciata della città non potevano cambiarla.
E non perché i muri da rendere belli sono migliaia e migliaia, in una città del sud Italia dove la speculazione edilizia ha fatto colare il cemento più dell’acqua, e non solo negli anni Settanta e Ottanta. Potevano dare un nuovo look, un nuovo punto di vista, un tocco di colore in zone grigie lontane poche centinaia di metri dalla maestosità del tardo barocco. E questo l’hanno fatto, ma – da sole – di più non avrebbero potuto. Eppure, a Ragusa, qualcosa è successo. Un piccolo miracolo in una modernità che vive a una dimensione: giovani, nonne e bambini, ceto alto, medio e squattrinati hanno alzato gli occhi verso l’alto.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia