
«I rapitori erano tre o quattro, sembravano italiani. Ma non hanno parlato molto. Mio figlio ha avuto l’impressione che fossero adulti, forse dei quarantenni». Lo ha detto all’Ansa il padre del diciassettenne rapito a Vittoria giovedì sera mentre si trovava con alcuni amici in una piazzetta del quartiere Marangio.
«Quando è stato rapito ci hanno chiamato i suoi amici, i ragazzi che erano con lui nella piazzetta dicendo cosa era avvenuto e che mio figlio era stato prelevato - continua - Abbiamo chiamato la polizia e sono scattate le ricerche. Le forze dell’ordine, la magistratura, sono stati encomiabili. Hanno agito con grandi professionalità e le ricerche sono state avviate subito, tutti sono stati coinvolti nel tentativo di riportare mio figlio a casa».
Alla domanda se avesse ricevuto richieste o sia stato contattato dai rapitori l’uomo ha detto: «No, non abbiamo avuto nessun contatto. E siamo stati in collegamento costante con le forze dell’ordine. Ci hanno accompagnato e sostenuto». «Mio figlio sta bene, per fortuna. Lo ripeto, non è stato maltrattato. Ma ha avuto tanta paura. Stamattina ha potuto riposare più a lungo, la tensione è stata tanta. Speriamo che possa riprendersi presto. Adesso è a casa, con la sua famiglia e questo è ciò che conta».
«Lo hanno trattato bene, non lo hanno minacciato, gli hanno dato da bere e un panino da mangiare. Ma mio figlio non aveva fame, ha mangiato poco e ha bevuto tanto. La paura e la tensione era tanta. È stato un incubo, per lui e per tutti noi. Per fortuna è finita bene», prosegue l'uomo, aggiungendo che il figlio dice di non sapere dove sia stato condotto. «Era incappucciato - spiega - e non
ha visto il percorso. Hanno però viaggiato per un bel po', forse per una mezzoretta. Lo hanno condotto all’interno di una casa e lì è rimasto da solo, in una stanza. Si trattava forse di una casa
di campagna. Non si sentivano rumori. Ha però sentito il rumore degli elicotteri che sorvolavano la zona».
«Ad un certo punto della giornata - dice il genitore - lo hanno fatto uscire, lo hanno caricato in auto e sono ripartiti. Lo hanno lasciato in strada, fuori dall’abitato di Vittoria, forse a un paio di chilometri di distanza. Lui ha camminato per un bel po' fino alla città, poi ha incontrato delle persone che lo hanno caricato in macchina e lo hanno accompagnato in commissariato»
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