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Minacciò il sindaco di Comiso, al via il processo per un impresario funebre

Maria Rita Schembari: «Aspetto serenamente l’esito del giudizio, sono convinta che un amministratore, se accetta di svolgere un ruolo pubblico, non può avere paura, né sottomettersi alle minacce di alcuno»

Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso

Prima udienza al tribunale di Ragusa del processo a carico di Maurizio Angelo Cutello, accusato di minacce a pubblico ufficiale con l’aggravante del 416 bis, cioè dell’associazione mafiosa.

Cutello, nel 2019, avrebbe minacciato il sindaco di Comiso Maria Rita Schembari con la richiesta di non procedere alla revoca della licenza alla sua ditta di onoranze funebri a seguito dell’interdittiva antimafia che aveva colpito lo stesso Cutello (interdittiva numero 31128 del 21 luglio 2018 che inibiva a Cutello la prosecuzione dei rapporti con la pubblica amministrazione).

Schembari denunciò le minacce subite e il Gup del tribunale di Catania, Pietro Antonio Currò, ha disposto il rinvio a giudizio.

La prima udienza del processo, inizialmente fissata per il 9 gennaio scorso, si è tenuta il 30 aprile. Il tribunale ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile del sindaco, rappresentata in giudizio dall’avvocato Massimo Garofalo. Il processo è stato aggiornato al prossimo 19 novembre per l’acquisizione delle fonti di prova e per sentire la parte civile e gli inquirenti. Saranno ascoltati il sindaco Maria Rita Schembari e il commissario capo della polizia Alberto Salerno, in quel tempo dirigente del commissariato di Comiso. Le altre udienze, per l’escussione dei testi della difesa e per il prosieguo del processo, sono già state fissate per l’11 e il 25 febbraio.

«Aspetto serenamente l’esito del giudizio - ha detto Maria Rita Schembari - sono convinta che un amministratore, se accetta di svolgere un ruolo pubblico, non può avere paura e deve allineare i suoi comportamenti alla ricerca della verità e al rispetto delle leggi, non sottomettersi alle minacce di alcuno. Se decide di fare l’amministratore non può provare paura, deve rivolgersi alla giustizia e attendere che faccia il suo corso».

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