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“Attenti a quel sacerdote indiano a Modica”, il vescovo Rumeo invita i fedeli alla prudenza

La diocesi di Noto richiama alla precauzione parroci e fedeli nei confronti di un uomo di origini indiane che intratterrebbe rapporti con la gente organizzando momenti di ritrovo e di spiritualità

“Attenti a quel sacerdote indiano a Modica”, il vescovo di Noto invita alla prudenza i fedeli della diocesi

“Attenti a quel sacerdote”. La diocesi di Noto richiama alla precauzione parroci e fedeli del territorio nei confronti di un uomo di origini indiane che intratterrebbe rapporti con la gente del luogo, organizzando momenti di ritrovo e di spiritualità. Un sacerdote che però non appartiene alla diocesi di Noto e che avrebbe operato già con le stesse modalità in altre città italiane. La diocesi ha diffuso a tutti i parroci una lettera in cui invita ad allertare i fedeli delle chiese. Lettera che è stata pubblicata anche sulla pagina Facebook della diocesi.

Il vescovo, monsignor Salvatore Rumeo, dopo aver fatto fare degli accertamenti, ha appurato che questo sacerdote Anthony Antyson Cheruvarappil, non si è mai presentato alla diocesi di Noto. Il diritto canonico, invece, impegna ciascun sacerdote o missionario che arriva in un territorio a chiedere l’autorizzazione a celebrare ed a tenere incontri. “Ho voluto informarmi circa la sua appartenenza ecclesiale a qualche diocesi, ordine o movimento cattolico – ha scritto il vescovo nel decreto inviato ai parroci per diramarlo ai fedeli – purtroppo le notizie rinvenute non sono rassicuranti poiché attestano, ad esempio, che al suddetto sacerdote è stato fatto divieto di svolgere il suo ministero per ‘grave turbamento spirituale’ e ‘disorientamento’ dei fedeli (cfr. Notifica del 01.02.2019 della Diocesi di Tempio Ampurias)”.

A quanto pare, invece, Anthony Antyson Cheruvarappil opererebbe nel territorio di Modica dove sarebbe ospite di una famiglia del luogo. I presenti ai suoi incontri, che il missionario terrebbe in un locale di intrattenimenti nel Modicano, aumentano ogni volta di più: credenti, curiosi, agnostici, disagiati. Tutti attratti dal sacerdote che, secondo una ricerca, sembra sia arrivato in città dopo essere stato in altre regioni d’Italia, dalla Sardegna all’Emilia Romagna in una unità pastorale dell’Arcidiocesi Ferrara Comacchio. Monsignor Rumeo spiega che “non ha mai chiesto ed ottenuto, come imposto dalle norme canoniche, alcuna licenza per l’esercizio ministeriale nella nostra Diocesi – scrive il vescovo – desiderando preservarsi da ogni forma di abuso di grave abuso e in spirito di prudenza pastorale”. E ancora: invita a “non intrattenere alcun tipo di rapporto spirituale, ad esempio confessione e direzione spirituale, non frequentare incontri e riunioni promosse da lui stesso o che prevedono la sua presenza, alla ricerca di manifestazioni carismatiche straordinarie e non invitare altre persone a partecipare ai suddetti incontri e riunioni. Confidando nel vostro buon giudizio – conclude il vescovo Rumeo – vi invito alla prudenza ed all’osservanza di quanto indicato”.

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