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Scicli, agguato a padre e figlio: subito trovati due fratelli accusati del ferimento, stavano scappando

L'area in cui si trova la tenenza dei carabinieri di Scicli: l'agguato è avvenuto in una zona vicina

Dopo il ferimento si sarebbero dati alla fuga, ma sono stati subito intercettati oltre lo Stretto. La celerità con quale sono partite le ricerche avrebbe portato nel tardo pomeriggio di ieri (3 giugno) alla individuazione a tempo di record dei due presunti autori dell’attentato al titolare di una casa di riposo di Scicli ed al figlio, raggiunti alcune ore prima da colpi di arma da caccia al volto mentre erano a bordo del Suv di famiglia. Al vaglio la posizione delle due persone intercettate, due fratelli sciclitani, entrambi pregiudicati, mentre in Calabria continuavano la fuga in autostrada per allontanarsi dal luogo dell’attentato. Fino a ieri sera la loro posizione era al vaglio degli inquirenti che potrebbero formalizzare il fermo di pg.

I due feriti, C.M. di 57 anni e C.G. di 30, entrambi di Scicli ed entrambi conosciuti alle forze di polizia, sono stati sottoposti alle cure dei medici del reparto di oculistica dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa, dove sono stati trasferiti dopo i primi soccorsi all’ospedale di Modica. Dal loro racconto, nella sede della tenenza dei carabinieri di Scicli, alla quale si erano rivolti padre e figlio, i particolari che avrebbero portato ad individuare il commando composto dall’attentatore e dal suo complice. Un regolamento di conti, un’azione intimidatoria, uno scontro personale? A questi interrogativi i carabinieri stanno cercando di dare una risposta. Le indagini sono svolte dai carabinieri della compagnia di Modica, del nucleo radiomobile della compagnia, della tenenza di Scicli e del reparto operativo carabinieri del comando provinciale di Ragusa.

Un’azione plateale eseguita in pieno giorno in una zona per nulla periferica della città. Le due parti pare si trovassero a bordo delle rispettive autovetture. Particolare, questo, che spiegherebbe il fatto che le due vittime sarebbero state colpite al volto dai pallini dell’arma da fuoco. Se l’agguato si fosse svolto con un’altra dinamica si sarebbe corso il rischio di un bilancio ben più pesante. Padre e figlio dall’ospedale Maggiore-Nino Baglieri di Modica sono stati trasferiti al reparto di oculista dell’ospedale Maria Paternò Arezzo a Ragusa, dove il giovane è stato sottoposto ad intervento per l’estrazione di un pallino che avrebbe raggiunto il bulbo oculare. Anche il padre è stato sottoposto alle cure degli oculisti dell’ospedale ragusano. Nel pomeriggio di ieri i carabinieri della sezione scientifica hanno esaminato centimetro per centimetro il Suv sul quale si trovavano le due vittime dell’agguato.

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