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Lottò a lungo per il testamento biologico, morto a Ragusa il papà di Sara

Luciano Di Natale con la figlia Sara

E' deceduto a Ragusa, a 73 anni, Luciano Di Natale. Sua figlia Sara era morta dopo 10 anni in stato vegetativo, ad aprile del 2016. Il 7 febbraio del 2006, Sara aveva 22 anni studiava all’Università di Catania, mangiò una polpetta carica di solfiti comperata in una macelleria di Catania: arresto cardiocircolatorio, shock anafilattico. Poi, per 10 anni, era rimasta in stato vegetativo. Accudita dal padre Luciano e dalla mamma Gabriella, Sara che ha anche un fratello, Edmondo, se ne era andata senza mai risvegliarsi, alimentata e ventilata artificialmente, e la sua famiglia non ha mai smesso di battersi, in contatto anche con le famiglie Welby ed Englaro, per la tutela della autodeterminazione in materia sanitaria, sostenendo il Registro delle disposizioni anticipate di fine vita e il cosiddetto 'testamento biologicò contro l’accanimento terapeutico.

La famiglia Di Natale, che ha anche sostenuto la nascita di strutture per pazienti in stato vegetativo si era rivolta anche a papa Francesco chiedendo di fare chiarezza nel mondo cattolico nel rispetto della volontà espresse per il trattamento di fine vita.
«Chi non sottoscrive il testamento biologico - disse Luciano Di Natale, affermando il diritto all’autodeterminazione «in materia sanitaria, sancito in primo luogo dalla nostra Carta Costituzionale» - demanda ad altri la scelta personalissima delle decisioni di fine vita. E’ anch’essa una scelta, ma è una scelta sciagurata perchè si dà una responsabilità molto impegnativa e gravosa ad altri, familiari o medici estranei, e si corre il rischio, nel caso di ictus, infarto od altro di rimanere in stato vegetativo a vita».

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