Bambini innocenti uccisi senza potersi difendere. È la storia di Elena, 5 anni, trovata morta oggi a Tremestieri Etneo. A far ritrovare il cadavere, dopo le denunce di rapimento di ieri, è stata la madre che ha condotto i carabinieri sul luogo.
Una vicenda che riporta alla mente quella che vide coinvolto Loris Stival il bambino di 8 anni ucciso dalla mamma. Il giorno 29 novembre 2014, la donna Veronica Panarello presenta, alla stazione dei Carabinieri di Santa Croce Camerina, denuncia dell'avvenuta scomparsa del figlio. Dichiara di essere uscita, quella mattina, dalla propria abitazione e di aver accompagnato il figlio a scuola. Le insegnanti, tuttavia, affermano che quel giorno Loris non si è mai presentato a scuola. Vengono avviate le indagini e nel pomeriggio i carabinieri del paese riceve una chiamata da un residente del posto pensionato e cacciatore per hobby, che riferisce di aver appena ritrovato il cadavere di un bambino gettato in un canalone nei pressi del Mulino Vecchio, nell'estrema periferia di Santa Croce Camerina.
I carabinieri si recano a ispezionare la zona, confermando la presenza di un cadavere e viene quindi fatta giungere sul posto la Panarello, che riconosce il cadavere. Le indagini proseguono finché si concentrano esclusivamente sulla madre, la quale, dopo un interrogatorio in Procura, viene arrestata con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere.
Il corpo viene raccolto dalla polizia scientifica per disporne l'autopsia, depositata per il 6 marzo 2015, da cui risulta che il bimbo sarebbe morto tra le 8,30 e le 10 del giorno del delitto per strangolamento. Il corpicino presenta anche altre violenze. L'indagine successiva rende chiaro che lo strangolamento sarebbe stato causato da alcune fascette di plastica. Veronica Panarello afferma di aver consegnato a Loris delle fascette di plastica quel giorno, che il figlio le avrebbe domandato per svolgere un'attività scolastica, ma le insegnanti negano di aver formulato tale richiesta.
Per quasi un anno la madre continua a dichiararsi del tutto estranea e solo dopo dieci mesi di carcerazione, la Panarello comincia a rilasciare affermazioni, tutte diverse e poco verosimili, nelle quali dichiara invece di essere stata presente all'omicidio. Nella prima versione racconta di un capriccio del bambino, relativo al fatto di non voler andare a scuola, che avrebbe scatenato la sua reazione. Poi, fornisce una nuova versione secondo la quale, mentre lei era occupata a lavare i panni in bagno, il figlio, giocando con le fascette, se le sarebbe strette al collo da solo e senza accorgersene si sarebbe strangolato. La madre avrebbe sentito le urla di Loris ed avrebbe tentato di soccorrerlo, ma solo quando era ormai troppo tardi; temendo la reazione da parte del marito Davide Stival, avrebbe caricato il figlio morto in macchina, lo avrebbe gettato nel canalone del Mulino Vecchio e poi avrebbe nascosto lo zainetto. Nel 2016 Veronica Panarello fornisce un'ulteriore versione, dichiarando che ad uccidere Loris sarebbe stato il nonno paterno Andrea Stival. La donna riferì di aver intrattenuto una relazione clandestina con il suocero, che Loris avrebbe scoperto e minacciato di raccontare al padre Davide, pertanto il nonno lo avrebbe ucciso strangolandolo con un cavo elettrico, la madre gli avrebbe stretto le fascette addosso ed insieme lo avrebbero gettato nel canalone, dicendo inoltre di non aver mai raccontato ciò in precedenza per paura di ritorsioni da parte del suocero sul figlio più piccolo, fratello minore di Loris. Andrea Stival ha respinto tutte le accuse, definendole calunnie e annunciando una querela contro la Panarello.
Il 17 ottobre 2016, al termine del processo con rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica, Veronica Panarello venne condannata a 30 anni di reclusione per omicidio. Il tribunale ha disposto anche il regime di libertà vigilata per cinque anni e il risarcimento delle parti civili riconosciute: 350.000 euro al marito e 100.000 euro a ciascuno dei suoceri. Il 5 luglio 2018 la corte d'assise d'appello di Catania ha confermato la condanna e il 21 novembre 2019 la corte suprema di cassazione ha confermato la sentenza.
Nel settembre del 2021, sentenza di condanna per Veronica Panarello, riconosciuta colpevole di calunnia nei confronti del suocero Andrea Stival che lei stessa aveva chiamato come corresponsabile dell'omicidio di Loris. Il nonno è risultato assolutamente estraneo al delitto e la sua posizione è stata archiviata. In questo processo per calunnia nei confronti del suocero Panarello è stata condannata a 2 anni e a 24 mila euro di risarcimento danni ad Andrea Stival oltre a spese processuali. A stabilirlo, il giudice monocratico del Tribunale di Ragusa, Elio Manenti.
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