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Migranti: inchiesta Mare Jonio, presentata a Ragusa istanza dissequestro dei dispositivi elettronici

È stata depositata presso il Tribunale di Ragusa, dall’avvocatessa Serena Romano, una istanza per richiedere il dissequestro dei dispositivi elettronici sequestrati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Ragusa che ipotizza i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione delle norme del Codice della navigazione maturati in quello che gli inquirenti ipotizzano come accordo preventivo tra la Idra Shipping armatrice della Mare Jonio e la compagnia danese Maersk per il trasferimento di migranti dalla nave porta container danese Maersk Etienne, bloccata al largo di Malta per oltre un mese e la Mare Jonio, operazione che avvenne tra l’11 e 12 settembre del 2020.

Risultano indagati per favoreggiamento della immigrazione clandestina Beppe Caccia, Luca Casarini, Alessandro Metz e Pietro Marrone e altri 4 a vario titolo coinvolti nel trasbordo che secondo la tesi degli inquirenti, sarebbe avvenuto in base ad un accordo commerciale tra le società armatrici frutto di una fitta rete di contatti.

Lo scorso 26 marzo il tribunale del Riesame di Ragusa aveva respinto il ricorso presentato dagli avvocati Gaetano Fabio Lanfranca e Serena Romano sul decreto di sequestro probatorio. I legali degli indagati avevano eccepito sulla attinenza dei materiali sequestrati rispetto alle finalità probatorie, chiedendo annullamento della misura per inefficacia non essendo stati forniti tutti gli atti e non essendovi indicazione esatta preventiva del materiale da sequestrare.

Il Riesame aveva appunto respinto il ricorso. Intanto l’indagine prosegue: il 4 giugno è stata depositata la copia forense del materiale estrapolato dai dispositivi e da quella data, la polizia giudiziaria - Guardia di finanza e Squadra mobile a cui è stata delegata l’indagine - sta lavorando per esaminarne il contenuto a supporto delle ipotesi di reato configurate.

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