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Piantagione di marijuana nascosta in una serra: 2 arresti a Comiso, sequestrati oltre 2 chili di stupefacente

Marijuana sequestrata a Comiso

Nascondevano in una serra a Comiso una piantagione di marijuana ma sono stati scoperti dai carabinieri della Compagnia di Vittoria, congiuntamente al personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”. Arrestati per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato di energia elettrica, Mirella Turtula La Rosa, 47enne già nota alle forze dell'ordine e il convivente B.H.J., 18enne, tunisino, entrambi disoccupati e residenti in  contrada Cifali.

I militari sono stati attirati dal forte odore di marijuana proveniente da un terreno al confine tra il comune di Chiaramonte Gulfi e Comiso. Insospettiti dall’insolita presenza di persone in una villa, solitamente non abitata, hanno svolto una perquisizione domiciliare, estesa anche alle sue pertinenze. All’interno di un terreno recintato e annesso alla proprietà, i militari hanno trovato una sofisticata piantagione, nascosta all’interno di una serra, composta da 176 piante di canapa, di altezza compresa tra i 50 e 170 centimetri, con infiorescenze. Oltre alla piantagione trovata, i carabinieri hanno sequestrato anche 2 chili e mezzo di marijuana già essiccata e nascosta all’interno di un sacco in plastica, un bilancino di precisione e diversi contenitori di fertilizzanti, necessari per coltivare lo stupefacente.

La droga, prodotta grazie ad un impianto costituito da due stufe, due ventilatori, un impianto d’irrigazione, un barometro e un dispositivo di deumidificazione, una volta immessa sul mercato illegale, avrebbe fruttato oltre 80mila euro.

Le piante, lo stupefacente e tutti i materiali utilizzati per la realizzazione dell’impianto di coltivazione sono stati sequestrati. La sostanza stupefacente sarà sottoposta ad analisi tossicologica.

Inoltre, l’impianto di coltivazione dello stupefacente era alimentato abusivamente con un collegamento alla rete elettrica pubblica, immediatamente verificato e disattivato da personale tecnico Enel intervenuto sul posto. Gli arrestati sono stati ristretti ai domiciliari, fino all’udienza di convalida, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ragusa.

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