La Corte d'Appello di Catania ha riconosciuto anche l'aggravante del metodo mafioso per le minacce al giornalista Paolo Borrometi. La riforma "in peius" della sentenza di condanna conferma anche il risarcimento alle parti civili costituite, compreso il Comune di Vittoria.
«Si tratta di una sentenza fondamentale, che costituisce una pietra miliare per la libera stampa e per l’espressione del pensiero nell’esercizio della professione di giornalista», commenta il commissario straordinario Filippo Dispenza che assieme a Gaetano D’Erba e Giovanna Termini regge il Comune di Vittoria, sciolto per mafia.
«Il Comune ha riconosciuto, fin dal suo esordio, nell’operato del giornalista Paolo Borrometi, grande determinazione e straordinario coraggio nell’espletamento delle sue funzioni di cronista molto attento nel descrivere le dinamiche criminali che infestano il territorio della Sicilia Sud Orientale e non solo - aggiunge Dispenza - Paolo Borrometi per le sue acute denunce pubbliche concernenti gli affari loschi delle organizzazioni criminali operanti nel territorio di sua diretta osservazione, è andato incontro a una serie di minacce e intimidazioni per quello che ha scritto».
Il commissario ribadisce il forte segnale di vicinanza all’attività di Borrometi, «poichè l’affrancamento della Sicilia dal dominio mafioso parte anche da denunce coraggiose che mettono a nudo la reale dimensione di un territorio profondamente pervaso da una forte presenza criminale».
Il commento si conclude con l’esortazione: «I cittadini vittoriesi, devono perseguire nei loro comportamenti virtuosi e continuare a lottare per liberarsi da una morsa asfissiante che impedisce il libero sviluppo economico legale e la reale e l’affermazione di uno spirito assolutamente democratico per il bene assoluto della città di Vittoria».
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