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Sbarco a Pozzallo, fermati i due presunti scafisti

Due cittadini senegelesi di 16 e 21 anni sono stati fermati dalla polizia, perché ritenuti gli scafisti del natante soccorso ieri pomeriggio mentre navigava verso l'Italia con 62 migranti provenienti dal Senegal, Sudan, Costa D'Avorio, Nigeria e Gambia e approdato poi a Pozzallo.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i due avrebbero condotto l'imbarcazione partita dalle coste libiche. I due arrestati sono accusati di immigrazione favoreggiamento e sfruttamento dell'immigrazione clandenstina, con l'aggravante di aver procurato l'ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone. Il fatto sarebbe stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro. Sono accusati di aver procurato l'ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per averle sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti hanno dichiarato agli investigatori di essere partiti dalle coste libiche e di aver pagato in media 1.500 euro a testa, agli organizzatori libici sono andati 90.000 euro circa per raggiungere l’Europa.

Il gommone si trovava in acque Sar maltesi e navigava verso l’Italia quando per un’avaria al gommone i due scafisti hanno chiesto aiuto perché i tubolari del natante si erano afflosciati ed imbarcavano acqua. Il rimorchiatore Asso venticinque era il più vicino rispetto al punto di mare segnalato dai migranti e per questo li ha soccorsi.

Dopo aver fatto salire a bordo i 62 migranti, il mercantile ha fatto rotta verso il porto di Pozzallo dove è approdato alle ore 15,30 di ieri.

Gli scafisti non avrebbero fornito cibo e acqua durante la traversata durata oltre 60 ore e solo prima della partenza un pezzo di pane e formaggio. La loro permanenza nella connection house libica è durata molti mesi.

I migranti sono stati ospitati presso l’hotspot di Pozzallo per essere visitati e identificati dalla polizia scientifica.

Il personale della squadra mobile ha condotto nel carcere di Ragusa il maggiorenne mentre il minore presso il centro di prima accoglienza di Catania.

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