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Calci, pugni e insulti a due gay in strada: le vittime denunciano, undici minorenni indagati a Vittoria

Il "branco" si accanisce sulla vittima

Hanno un nome ed un volto i componenti di un "branco" responsabili di due aggressioni omofobe commesse a Vittoria, nel Ragusano. Lo scorso 14 dicembre 2018, nella centralissima via Cavour a Vittoria, alcuni ragazzi, tutti minorenni e molti già noti alle forze dell'ordine, hanno aggredito e minacciato gravemente un ragazzo di 21 anni, per via del suo orientamento sessuale. Il giovane è stato seguito, insultato e subito dopo aggredito con calci e pugni. Un cittadino vittoriese, che gestisce una pizzeria in centro, vedendo la scena ha difeso la vittima mettendo in fuga gli aggressori.

Ma il "branco", tre giorni dopo è tornato in azione, sempre in via Cavour. Tre ragazzi, dopo essere usciti dal Comune di Vittoria, sono stati aggrediti da un gruppo ancora più consistente di vittoriesi, quasi tutti minorenni. Anche in questa occasione le tre vittime sono state aggredite per futili motivi e con l’aggravante dell’omofobia. Facevano parte del branco anche i 4 ragazzi che 3 giorni prima avevano aggredito l’altro giovane.

La Squadra Mobile ed il Commissariato di Vittoria, dopo le denunce delle vittime, hanno analizzato le immagini degli impianti di videosorveglianza e sono risaliti all'identità dei componenti del "branco". Quasi tutti i soggetti denunciati erano già conosciuti dalla Polizia di Stato e questo ha permesso una rapida individuazione degli indagati.

Tutte le vittime hanno raccontato agli agenti ogni particolare dell’aggressione e soprattutto gli insulti omofobi al loro indirizzo, calci e pugni dettati solo dall’omofobia. Quanto raccontato dalle vittime ha trovato riscontro nelle immagini di videosorveglianza. I giovani in un’occasione hanno seguito la vittima provocandola, insultandola, spintonandola, fino a quanto uno di loro non ha sferrato un primo calcio, poi la difesa, una spinta per allontanarli e quindi la ferocia da parte di tutti gli aggressori, calci e pugni fino all’intervento, nell'episodio dello scorso 14 dicembre, di un cittadino.

Gli investigatori hanno convocato le vittime negli uffici della Polizia di Stato per il riconoscimento. Imprescindibile anche in questo caso, la collaborazione delle vittime che con l’aiuto degli agenti hanno riconosciuto gli autori del reato. Durante gli interrogatori, alcuni giovani indagati sono scoppiati in lacrime ammettendo le loro responsabilità, anche perché esortati dai genitori.

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