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Camionisti falsificavano gli orari di lavoro, 11 indagati a Ragusa: perquisite aziende

Utilizzavano doppie schede per eludere la normativa sull’orario di lavoro, non effettuando il riposo previsto dalla legge, con evidenti rischi per la salute degli stessi camionisti e per la circolazione stradale.

Undici persone di cui 4 titolari di ditte di autotrasporti e 7 autisti sono indagati dalla Procura di Ragusa; sequestrati quattro trattori e diverso materiale informatico.

La polizia stradale, lo scorso 20 dicembre, ha effettuato perquisizioni a Ragusa nei confronti di due società di autotrasporto ed in particolare ha visionato i computer sequestrando dati relativi ai viaggi effettuati da quattro TIR e dai sette autisti coinvolti.

Nei locali delle ditte, al momento della perquisizione, era presente solo uno dei TIR; per il sequestro degli altri mezzi, che si trovavano per lavoro in altre parti del territorio nazionale ed uno a Caltanissetta (quest’ultimo già in sequestro perché coinvolto in un gave incidente stradale), si è dovuto ricorrere agli altri Uffici della Specialità che hanno provveduto a notificare gli atti anche agli autisti.

L’indagine è stata avviata un anno fa dopo un controllo effettuato sulla Ragusa-Catania nel corso del quale agenti della Polizia Stradale avevano accertato che un vittoriese di 57 anni, alla guida di un trattore stradale al quale era agganciato un semirimorchio di proprietà di una delle due ditte di autotrasporti, oltre ad essere in possesso della propria carta del conducente, inserita nel cronotachigrafo, ne aveva un’altra disponibile all’interno dell’abitacolo intestata ad un altro autista ragusano.

Dalla verifica dell’attività del mezzo era emerso che l’altro autista avrebbe guidato il mezzo fino a mezzora prima del controllo e per circa tre ore precedenti. Dalla verifica dei dati è emerso anche che le schede in possesso dell’autista fermato venivano utilizzate in successione ed in più giornate.

L'uomo fermato, dopo aver tentato di mentire, ha ammesso di aver fatto uso delle due schede su indicazione dei titolari della ditta, allo scopo di eludere gli orari di lavoro previsti dalla normativa vigente e di evitare di effettuare il previsto riposo giornaliero.

Inoltre, ha ammesso di aver utilizzato la scheda del collega sin da quando aveva effettuato il carico della merce al mercato di Vittoria nelle ore precedenti al controllo. Dai successivi accertamenti è emerso che la scheda di cui era in possesso l’autista vittoriese, intestata al collega, era stata dichiarata smarrita con denuncia dal titolare, che, così, era riuscito a farsi fare un duplicato per poter lavorare regolarmente.

Dai successivi riscontri è emerso che l’altro autista ragusano, nel momento in cui risultava aver guidato il mezzo fermato dagli agenti, in realtà si trovava alla guida di un altro TIR in un’altra provincia siciliana; così come, in altre giornate, mentre il vittoriese utilizzava la scheda del ragusano, quest’ultimo in realtà guidava altri mezzi di un’altra ditta ragusana. Entrambe le ditte, pur avendo amministratori diversi, erano di fatto riconducibili alla stessa proprietà.

L’autista vittoriese e il titolare della ditta ragusana sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per aver messo in atto una sistematica strategia, finalizzata a falsare i dati relativi all’attività lavorativa del conducente mediante l’uso di una doppia carta del conducente. In questa maniera risultava formalmente un minore numero di ore di guida attribuibili al singolo autista del mezzo, creando, inoltre, un serio pericolo alla circolazione stradale.

In questi casi la responsabilità penale del legale rappresentante della ditta proprietaria del veicolo, nonché datore di lavoro del conducente, è complementare all’illecito penale commesso da quest’ultimo, in quanto ha l’obbligo di controllare il lavoro dei dipendenti e tutelare la loro salute sul posto di lavoro e di eventuali terzi che possono subire le conseguenze del mancato riposo degli autisti.

Il pm della Procura di Ragusa, dott.ssa Giulia Bisello, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica Fabio D’Anna, ha disposto nuovi controlli su altri mezzi e autisti delle due ditte, attraverso il software denominato “Police Controller”, che consente di effettuare una copia digitale della memoria di massa dei tachigrafi digitali istallati sui trattori stradali, i quali registrano l’attività espletata negli ultimi 365 giorni dal mezzo e dagli autisti.

Controllando gli altri mezzi delle due ditte e analizzando i file scaricati è emerso che, oltre ad essere state commesse numerose infrazioni al codice della strada, venivano rilevati diversi cambi sospetti di carta conducente tanto da rilevare la presenza di un solo autista invece che di due, come previsto dalla normativa vigente nei lunghi viaggi.

Alcune carte conducenti, già denunciate smarrite ed intestate ad abituali conducenti dei veicoli controllati, erano state in realtà utilizzate da altri dipendenti della medesima società per la circolazione; il tutto al fine di raggiungere la destinazione del viaggio nel nord Italia, omettendo di effettuare le soste obbligatorie ed i riposi previsti.

La polizia Stradale di Ragusa ha così accertato responsabilità penali a carico, oltre che degli amministratori delle due ditte, anche di 7 autisti (due vittoriesi, tre ragusani, un comisano ed un nisseno) per aver contribuito con le false denunce a mettere in piedi una così articolata attività illecita ai danni degli stessi autisti, della circolazione stradale e facendo in tal modo anche una concorrenza sleale nei confronti di altre ditte di autotrasporto regolari.

Lo scorso 24 dicembre, alla presenza degli autisti indagati, dei rappresentanti delle due ditte, dei rispettivi legali e dei consulenti di parte, su delega della Procura della Repubblica, la Polizia Stradale ha proceduto ad acquisire i dati informatici contenuti nei cronotachigrafi dei 4 TIR sequestrati per poterli esaminare e trovare ulteriori riscontri all’attività investigativa e con l’ulteriore finalità di consentirne dissequestro. Sui dati acquisiti verranno svolti accertamenti da parte di consulenti.

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