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RAGUSA. L’ondata di maltempo più pestifera degli ultimi vent’anni. All’indomani dell’alluvione che ha colpito il territorio di Santa Croce Camerina, tutti conservano un’immagine del “giovedì nero”: quella del fiume in piena, dove scorrono terra e detriti, che fa irruzione fra le serre e si riversa in mare.
Siamo nell’area di Cannitello, a pochi passi da una riserva naturale e da una spiaggia che adesso non esiste più. Si è trasformata nell’alveo di un torrente che ha risucchiato al suo interno muri a secco, recinzioni e prodotti della terra. Tutto indistintamente. Nel comune di Santa Croce Camerina sono caduti 137 millimetri d’acqua in dodici ore. In tre giorni è venuta giù l’acqua di un autunno intero. Impossibile resistervi. “C’è una sola nota lieta - spiega con grande amarezza il sindaco Giovanni Barone - il fatto che non ci siano vittime. Siamo dei miracolati”.
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