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«L’acqua non è potabile»: scatta il divieto a Scicli

SCICLI. L'acqua della condotta comunale di Scicli, incluso il quartiere di Jungi, non può essere utilizzata per usi potabili. Fino a quando? Non si sa, perché la questione è legata all'elevata carica batterica riscontrata al serbatoio del Rosario che deriva dalla sorgente del Salto di Lepre.

Tale sorgente, seppure in minima parte, ricarica anche il serbatoio di San Matteo attraverso la sorgente di Santa Maria La Nova. Circostanze che hanno obbligato il sindaco di Scicli, Vincenzo Giannone, a emettere l'ordinanza, mentre gli uffici hanno già predisposto un aumento del livello di disinfezione con l'impiego di ipoclorito di sodio.

Il problema dell'inquinamento della sorgente, però, non è un evento isolato. Come ribadisce il coordinamento cittadino dell'Udc, secondo cui in qualche modo l'inquinamento delle acque che alimentano l’acquedotto comunale di Scicli sarebbe legato al «cattivo funzionamento del depuratore di Modica», cioè l'impianto di contrada Fiumara. Secondo l'Udc, nonostante le segnalazioni da parte di consiglieri comunali sia di Scicli che di Modica, l'impianto continuerebbe «ancora a funzionare, con gravi carenze strutturali».

Il coordinamento cittadino dell'Udc, ribadendo come si tratti di una questione annosa, ma nei fatti mai risolto, spiega: «Un problema del genere va affrontato in modo diverso, programmato e sicuramente non gestito in forma straordinaria, purtroppo, così come avvenuto fino ad oggi. Per questo, pensiamo che non è un problema che va combattuto solo con le multe, ma con una programmazione seria e puntuale, con i progetti e con il rispetto per l’ambiente e per i cittadini, sia modicani, che abitano nella zona a valle del depuratore e sia per i cittadini di Scicli che rischiano tantissimo a livello igienico-sanitario a seguito del mal funzionamento dell’impianto di depurazione posto a monte della sorgente “Salto di Lepre”».

La strada da seguire, quindi, secondo i rappresentanti dell'Udc di Scicli è solo una: «Sollecitare percorsi giusti per raggiungere, congiuntamente ed urgentemente, una effettiva e reale messa in sicurezza dell’impianto di depurazione da parte del Comune di Modica». Nessuna «battaglia», ma un'azione congiunta che veda l'impegno dei rappresentanti istituzionali del due Comuni, «lontano da campanilismi e da simpatie, in modo da dimostrare che esiste una buona e fattiva politica in grado risolvere i problemi dei cittadini».

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