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Comiso, dolore e lacrime per l’addio a Simone

COMISO. La canzone di Ligabue, «Piccola stella senza cielo» e uno stuolo di palloncini bianchi hanno salutato per l'ultima volta Simone Alabiso, il giovane di 21 anni, morto in un incidente stradale all'alba del 26 dicembre, mentre tornava a casa dopo aver trascorso la notte con gli amici in un locale del litorale. Gli amici di Simone, tantissimi, hanno accompagnato il feretro con uno striscione: c'era un grande cuore disegnato e le firme di tutti coloro che gli hanno voluto bene e che lui ha voluto bene. Il funerale si è svolto nella chiesa di San Biagio.

A presiedere il rito funebre, don Franco Ottone, parroco della chiesa della Madonna delle Grazie. Il corteo si è poi diretto verso il cimitero e si è fermato, per qualche istante, davanti alla chiesetta di «San Giusippuzzu» (San Giuseppe Lo Sperso). Momenti di grande commozione, all'interno della chiesa. Ad attendere Simone, seduto in prima fila, c'era anche il giovane che si trovava al volante della vettura, la Fiat «500». L'auto con a bordo i due giovani, entrambi ventunenni, è finita dapprima contro un guard rail, poi contro l'altro. Simone si trovava sul sedile destro ed è morto sul colpo.

Nell'omelia, don Ottone, rivolgendosi ai genitori ed agli amici ha detto: «Vi chiedo la forza di alzare gli occhi verso il Cielo, là si incroceranno con quelli di Dio. Quante volte in questi giorni li abbiamo alzati per chiedere: perché? Perché Simone è morto a 21 anni mentre sorrideva e si divertiva? Anch'io l'ho chiesto. Perché non hai fermato i carnefici che ti hanno inchiodato alla croce e perché non hai evitato questo incidente? Non lo hai fatto perché ci hai creato liberi».

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