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Natale, Cuttitta alla città: "Oggi è scesa la pace dal cielo, rallegriamoci"

RAGUSA. «Rallegriamoci tutti nel Signore. Oggi la pace è scesa a noi dal cielo». Inizia con queste parole il primo messaggio che il vescovo, Carmelo Cuttitta, rivolge alla diocesi in occasione del Natale. «Ricorro a queste parole della liturgia natalizia - scrive nel messaggio - per salutare tutti voi fratelli e sorelle ed amici carissimi della nostra Chiesa ragusana, i cristiani di altre confessioni e gli ospiti venuti a visitare la nostra Città. A tutti un caloroso augurio di Buon Natale!». E aggiunge: «La manifestazione del Verbo di Dio nella carne non è riconosciuta da tutti, ma è apportatrice della luce vera a coloro che l' accolgono, rendendoli figli di Dio, non in virtù della carne o del sangue, ma per generazione divina. Il Vangelo non ci parla di un'idea astratta o di una intuizione poetica, ma di una persona concreta: Gesù Cristo... Dunque non un' idea da richiamare alla mente, non un personaggio lontano del passato di cui si commemora l' anniversario, ma un vivente di cui si festeggia il compleanno. La liturgia va addirittura oltre. Osa affermare che Gesù Cristo continua a nascere oggi: «Oggi è nato per noi il Salvatore».

«In realtà - prosegue monsignor Cuttitta - Cristo non è ancora nato interamente e continua a nascere. Egli è il capo di un corpo; capo della Chiesa e capo di tutta l' umanità. Tra il capo e il corpo l' unione è strettissima; una stessa vita passa dall' uno all' altro mediante la comunicazione dello Spirito Santo». Cita anche un mistico tedesco, Angelo Silesio: «Sean che Cristo nascesse mille volte a Bet lemme, ma non in te, tu saresti per duto per sempre». «Cristo - spiega il vescovo- nasce in noi mediante la fede. Credere è accogliere. Maria stessa ha concepito il Figlio di Dio prima con la sua fede e poi con il suo grembo materno. Ravviviamo allora la nostra fede con la preghiera, la riflessione, il silenzio, l' apertura del cuore.
Facciamo nostro l' atteggiamento di Maria che, anche dopo la nascita di Gesù, rimaneva abitualmente raccolta in religioso silenzio e, come nota l' evangelista, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore».
Poi un invito al silenzio, "per poter contemplare, adorare, stabilire un rapporto vivo con il Signore Gesù. Il quieto silenzio si addice al tempo di Natale sicuramente più del divertimento chiassoso". E ancora: «Accogliere Cristo è trovare la gioia, e la gioia dilata il cuore e lo rende generoso verso tutti. Dunque, l' uomo rigenerato in Cristo diventa un costruttore di pace nella famiglia, nella città, nella società Per avere un mondo migliore, occorrono certo idee, regole e istituzioni adeguate; ma la cosa più necessaria è cominciare a migliorare il nostro cuore e contribuire all' educazione di quello degli altri. Più si vive insieme con Cristo e più si diventa consapevoli dei giusti rapporti da sviluppare. Egli rinnova il nostro cuore, i nostri atteggiamenti, le nostre relazioni con le persone e con le cose. Ci rende capaci di migliorare gli ambienti dove operiamo e di contribuire al bene della società e alla pace».

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