SCICLI. Una comunità, quella iblea, solidale, accogliente e sensibile al fenomeno dell'immigrazione. Questa la lettura che fa della popolazione iblea il Prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, parlando di immigrati e del flusso costante che si registra sulla costa ragusana. Vardè è arrivato in provincia alla fine del 2012. «I primi mesi del 2013 non hanno registrato eventi di un certo rilievo - racconta - il primo impatto drammatico è stata la tragedia di Sampieri con i tredici morti. Da allora è stato tutto un crescendo anche se le modalità di intervento sono cambiate prima con Mare Nostrum ed ora con Triton.
Già con Mare Nostrum si sono evitati i fenomeni di spiaggiamento dei barconi perché il Canale di Sicilia è stato pattugliato ed i soccorsi sono stati effettuati in mare aperto». Tre anni lunghi ed impegnativi. «Abbiamo lavorato molto, con un impegno notevolissimo, abbiamo organizzato i soccorsi e l'accoglienza grazie alle forze dell'ordine, ai volontari, ai medici dell'Asp, a Medici senza Frontiere, alle organizzazioni non governative. Abbiamo costituito una sinergia che ci ha consentito di salvare tante vite umane». Un numero impressionante quello del soccorso e dell’accoglienza, quello che riferisce il prefetto.
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