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Otto arresti nel Ragusano per furto di rame

COMISO. Un'associazione per delinquere costituita in prevalenza da romeni e dedita ai furti di rame è stata smantellata dalla Polizia di Stato di Ragusa. Otto le persone arrestate, tre quelle riuscite a sfuggire all'arresto da parte della squadra mobile e degli agenti del commissariato di Comiso.

 Gli indagati per mesi hanno gravemente danneggiato l'attività dell'Enel e di aziende agricole, procurando loro danni per milioni di euro. L'operazione, coordinata dalla Procura iblea e condotta da squadra mobile di Ragusa e commissariato di Comiso, denominata "Alta tensione", ha fatto diminuire del 90% i furti di rame del nella provincia.

Sette degli arrestati sono stati rinchiusi in carcere, un ottavo è ai domiciliari. Una persona è stata denunciata. La banda avrebbe operato con l'appoggio di ricettatori italiani in tutta la provincia di Ragusa con ramificazioni a Catania e Messina. La svolta alle indagini grazie al ritrovamento sul luogo di uno dei furti, di uno scontrino e di un paio di guanti. L'operazione è stata portata a termine con il fondamentale contributo dell'Enel, che ha messo a disposizione le più avanzate tecnologie presenti sul mercato.  Oltre a rubare cavi di rame, la banda avrebbe depredato aziende agricole e zootecniche, uccidendo gli animali direttamente sul posto e con crudeltà e portando via solo le carni pregiate. Tra gli obiettivi anche carburante, attrezzi agricoli, attrezzi per carpenteria, fitofarmaci, auto e trattori.

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