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Loris, chiesta la scarcerazione per la madre: l'udienza il 29 maggio

Tra le motivazioni a sostegno della sua richiesta il penalista, in 90 pagine, presenta 14 contestazioni. Tra queste l'assenza di movente del delitto, l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza

RAGUSA. Si terrà il prossimo 29 maggio davanti la prima sezione della Cassazione l'udienza del ricorso di Veronica Panarello, la donna detenuta per avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, contro il provvedimento del Tribunale del riesame di Catania che ha rigettato la sua scarcerazione. L'istanza era stata depositata dall'avvocato Francesco Villardita che contesta «illogicità e contraddizioni manifeste dell'ordinanza, insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e il mancato superamento delle prove scientifiche presentate dalla difesa».

Il legale ha chiesto alla Cassazione di annullare il provvedimento con cui il Tribunale del riesame il 3 gennaio scorso ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Veronica Panarello, la 26enne accusata di avere strangolato e gettato in un canalone, il 29 novembre 2104, a Santa Croce Camerina, nel Ragusano, il figlio Loris, di 8 anni.

Tra le motivazioni a sostegno della sua richiesta il penalista, in 90 pagine, presenta 14 contestazioni. Tra queste l'assenza di movente del delitto, l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, l'illogicità manifesta dell'ordinanza che l'avvocato Villardita ritiene «piena di contraddizioni». Il ricorso verte anche su quello per la difesa è «il mancato superamento delle prove  scientifiche» presentate a discolpa dell'indagata.

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