AGRIGENTO. L'incontro c'è stato, ma le distanze sono rimaste. Veronica Panarello ha ribadito di «essere innocente» e di avere «accompagnato a scuola Loris», Davide Stival è rimasto con i suoi dubbi: «le immagini delle telecamere dicono un'altra cosa...».
Due ore di ricostruzioni, emozioni e confronto non sono riusciti ad avvicinare marito e moglie. La morte del loro figlio Loris, 8 anni, continua a dividerli. Perchè a conclusione dell'incontro, che si è svolto nella sala colloqui del carcere di Agrigento, ognuno dei due è rimasto fermo sulle proprie posizioni. L'incontro è stato organizzato e 'blindato' per il giorno dell'Epifania, un festivo che non prevede colloqui familiari per evitare occhi indiscreti, anche di altri detenuti e di loro familiari. L'uomo è uscito dal carcere «scosso dall'incontro» che, al momento, «non è previsto avrà un seguito».
È stato il primo assoluto da quando il 9 dicembre scorso sua moglie, nel Palazzo di Giustizia di Ragusa, è stata fermata per l'omicidio del loro primogenito, Loris, strangolato e gettato in un canalone di scolo di contrada Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina.
«Se è stata lei mi cade il mondo addosso...», commentò a caldo il marito, mentre alla donna polizia e carabinieri, su disposizione della Procura, le contestava l'omicidio volontario aggravato e l'occultamento di cadavere. I due si sono guardati a lungo negli occhi, si sono confrontati senza alzare i toni, ma con grande fermezza.
L'impatto di emozioni è stato però molto alto. Anche per questo «non credo che ce ne saranno degli altri» prevede l'avvocato Daniele Scrofani, legale di Davide Stival. Durante il colloquio, durato qualche ora, l'uomo ha chiesto alla moglie di ricostruire passo dopo passo la giornata del 29 novembre: «Non è cambiato nulla - ricostruisce il penalista che ha parlato con il suo assistito dopo la visita in carcere - Veronica Panarello ha continuato a sostenere la sua versione, quella di aver accompagnato Loris a scuola quel giorno. Davide Stivale le ha contestato che sulla base di quello che ha visto nelle immagini estrapolate dalle telecamere le due verità non coincidono».
«Questo incontro - rivela l'avvocato Scrofani - il mio assistito lo voleva da un pò, ma ha aspettato finora, anche alla luce della decisione del Tribunale del riesame». La sua posizione, però, non cambia. Allo stato degli atti, per Davide Stival «le immagini parlano chiaro e quindi credo di più alla Procura che a lei».
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