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Loris, il papà di Veronica al genero: «Vai a trovarla, lei ti ama»

Messaggio a Davide Stival: «Non condannarla prima che si sappia la verità». Francesco Panarello non ha dubbi: «Credo in lei»

SANTA CROCE CAMERINA. «Vai a trovare Veronica, lei ti ama. Non condannarla prima che si sappia la verità». Con quest’appello, rivolto al genero Davide Stival, scende in campo Francesco Panarello, papà di Veronica, in cella da 20 giorni con l’accusa avere ucciso il figlio Loris di otto anni e di averne poi nascosto il cadavere in un canalone, in contrada Mulino Vecchio, a Santa Croce.

Francesco Panarello è l’unico finora che è andato a trovare in carcere la mamma del bimbo strangolato il 29 novembre. L’intervento del nonno di Loris arriva a pochi giorni dall’udienza (fissata per mercoledì) davanti al Tribunale della Libertà chiamato a decidere sulla richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa di Veronica Panarello per mancanza di gravi indizi di colpevolezza.
«Ho fiducia nel Tribunale del Riesame, ho fede in Dio e fiducia nella magistratura e nell’avvocato Francesco Villardita», dice all’agenzia di stampa Agi Francesco Panarello. L’uomo racconta del suo incontro in carcere con Veronica accusata dell’omicidio del figlio Loris: «Veronica è oggi una ragazza buttata lì mentre dovrebbe stare con il suo figlio più piccolo, proprio adesso che c’è più bisogno. Quando andai a trovarla a Catania, era proprio a terra. Quando mi vide mi disse: ”Papà, guarda dove mi trovo senza avere fatto niente”.

Era una larva umana - aggiunge - dimagrita e distrutta. Rinchiusa tra quattro mura marce». E ancora: «Credo in mia figlia e non la abbandono». Nonno Francesco Panarello parla poi dei sospetti sull’omicida del nipote. «Penso a qualcuno molto vicino perché Loris era diffidente e non andava quasi con nessuno. Solo con chi gli era davvero vicino. Io penso che vada ricercato nella stretta cerchia, ma non è stata Veronica. Pensi che per chiedergli un bacino, lo dovevo pregare».

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