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Ragusa, duemila pasti ai "nuovi poveri"

Da anni l’associazione Mecca Melchita aiuta chi è in difficoltà. Erano tanti gli stranieri a chiedere sostegno: ora sono artigiani disoccupati e cassaintegrati

RAGUSA. Artigiani e lavoratori autonomi un tempo; adesso iscritti nelle liste di collocamento. Sono i nuovi disoccupati o cassaintegrati quelli che chiedono aiuto allo sportello di prima accoglienza di Mecca Melchita in via Feliciano Rossitto a Ragusa. La grande crisi nella quale oramai si sta naufragando da anni ha riscritto anche le sorti delle categorie più abbienti. Il cosiddetto ceto medio ora non ha neppure un euro in tasca per comprare da mangiare. Cambiano i fruitori dei servizi di prima accoglienza.

Dagli extracomunitari alle famiglie ragusane con prole al seguito. Sono duemila i pasti serviti nel 2014 a duecento famiglie: duemila chilogrammi di rosticceria, cinquemila di mozzarella, latticini, yogurt e salame, mille bibite e 60 tonnellate di ortaggi. Numeri “imponenti” di un servizio reso alla collettività grazie al sostegno del gruppo alimentare Ergon, a Legambiente, alle aziende agricole Alba Bio e Sapori Bio di Marina di Ragusa. «Siamo riusciti a fronteggiare una situazione di grande disagio – spiega Carlo Di Pietrantonio, coordinatore della casa di prima accoglienza Mecca Melchita - sono tantissime ogni giorno le persone comuni che bussano nei nostri uffici. Chiedono un sacchetto di spesa, un piatto di pasta oppure un paio di scarpe per i propri figli. La nostra struttura, fortunatamente, è riuscita a soddisfare le esigenze di oltre duecento famiglie ragusane». Cambiano gli stili di vita e l’associazione ha modificato, in parte, la struttura.

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