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Boss ucciso a Vittoria, presunto assassino si costituisce

La vittima, assassinata con 7 colpi di pistola, era esponente di spicco dell'omonima famiglia, legata alla cosca di 'ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro

VITTORIA. Un uomo, sospettato di avere ucciso Michele Brandimarte, il 53enne assassinato in un agguato ieri a Vittoria, nel Ragusano, si è costituito a Gioia Tauro, portando con sé la presunta arma del delitto.

La vittima, assassinata con 7 colpi di pistola, era esponente di spicco dell'omonima famiglia, legata alla cosca di 'ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro. L'omicidio sarebbe maturato nell'ambito della gestione del traffico internazionale di droga. Identificato da polizia di Stato e carabinieri, il presunto sicario si è costituito al commissariato di Gioia Tauro.

Indagini serrate, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, hanno permesso di risalire subito al presunto killer, che è calabrese e che ha consegnato la pistola con cui avrebbe sparato.

Agenti delle squadre mobili di Ragusa e Reggio Calabria con la collaborazione dei commissariati di Vittoria e di Gioia Tauro e delle compagnie dei carabinieri della zona in poche ore grazie allo scambio di informazioni avevano già permesso di creare terra bruciata intorno al fuggitivo. L'uomo è ancora interrogato da un sostituto della Procura distrettuale calabrese.


E' Domenico Italiano, di 23 anni, di Gioia Tauro, l'uomo che si è costituito al Commissariato di Polizia della città del porto, affermando di essere l'autore dell'omicidio di Michele Brandimarte, di 53 anni, ucciso nella serata di ieri a Vittoria in provincia di Ragusa.

Secondo la prima versione fornita ai poliziotti da Italiano, che ha solo un precedente per stalking, lui e Brandimarte, che si trovavano assieme sul corso principale di Vittoria, hanno avuto una lite che poi è degenerata. Non si conosce l'oggetto della discussione scoppiata tra i due finita nel sangue.

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