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Trivelle, Legambiente diffida la Regione

RAGUSA. Revoca in autotutela delle autorizzazioni rilasciate dalla Soprintendenza ai Beni culturali alla Società Irminio per le ricerche petrolifere nella vallata dell'Irminio. E, in seconda battuta, ricorso al Tar con una successiva richiesta di risarcimento danni in sede giudiziaria. Troppe le anomalie, secondo Legambiente, in un'autorizzazione che ha il sapore della beffa. In un'area del piano paesistico dove sono vietati gli insediamenti industriali e le attività connesse alle estrazioni di idrocarburi. «La diffida è stata inoltrata nei giorni scorsi alla Soprintendenza ai Beni culturali e al dipartimento regionale alle attività culturali - ha detto in conferenza stampa Claudio Conti, componente della segreteria regionale di Legambiente -. Il parere rilasciato è assolutamente illegale. In quel sito non si possono fare impianti industriali.

Le ricerche degli idrocarburi in terraferma viene definito, dall'allegato 4 del testo unico sull'ambiente, attività industriale. Il paesaggio ha un interesse preminente e assoluto. Lo dice l'articolo 9 della Costituzione italiana. Ciò che è stato firmato è assolutamente illegale e sono venute meno le indicazioni del piano paesistico. La legge urbanistica regionale parla di attività di estrazione contemplate nel piano regolatore generale. Nel Prg di Ragusa, tra l'altro, non sono inserite le ricerche degli idrocarburi». In assenza di una revoca, da parte della Soprintendenza, Legambiente Sicilia procederà al ricorso gerarchico e dinanzi ai giudici del Tribunale amministrativo regionale. «Il settore petrolio è oramai al collasso - aggiunge Conti -. I grandi fondi internazionali stanno dirottando gli investimenti altrove. Servono investimenti certi e sicuri su fonti rinnovabili e pulite. Su una ricerca alternativa che non crei ulteriori danni all'ecosistema e al sottosuolo già gravemente compromesso».

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